Il 15 giugno 2016, l’Unione europea si schiera contro il traffico di minerali “insanguinati”, come coltan e tungsteno, i cui proventi alimentano troppo spesso gruppi di feroci guerriglieri nelle aree di conflitto del pianeta e che servono a produrre cellulari, computer, gioielli.
FOCSIV e CIDSE, rete delle agenzie cattoliche d’Europa e Nord America, sottolineano però le debolezze di un accordo che probabilmente avrà impatti positivi limitati per le popolazioni del Sud che vivono nelle vicinanze delle aree estrattive.
In effetti, i governi degli Stati membri dell’UE non hanno ritenuto di adottare un regolamento che prevedesse una responsabilità delle imprese equamente condivisa lungo tutta la filiera dei minerali, in contrasto con gli sforzi che si stanno compiendo in tal senso anche a livello internazionale.

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