Il turismo sta diventando una delle risorse più importanti per l’Albania. In cinque anni, dal 2012 al 2017, gli ingressi di stranieri nel Paese delle Aquile sono passati da 3,2 a 5,1 milioni di persone, stando ai dati Instat (Istituto di statistica nazionale albanese). Nei primi sei mesi del 2018, sono stati 1.919.504 gli stranieri entrati nel Paese, il 9% in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Ma chi sono i turisti che visitano l’Albania? Secondo l’Instat, il Paese attira molti dall’Est Europa (26,4% di polacchi nella prima metà dell’anno), tanti macedoni, ma è dall’Europa meridionale (Italia in primis) che arriva l’80% dei viaggiatori cui si aggiungono americani, cinesi e giapponesi.
Mare e montagne
L’Albania può vantare una splendida costa e altrettanto splendide montagne. La costa è lunga 470 km e si affaccia sul Mar Adriatico e sul Mar Ionio. Il tratto compreso tra Valona e Saranda, fino a Ksamil, di fronte a Corfù, è ciò che molti italiani, per semplificare, chiamano «Salento d’Albania»: se non fosse per le montagne alle spalle, il paesaggio è simile a quello lungo la costa tra Otranto e Leuca. «È quella la zona più gettonata – spiegano i turist operator – ed è scelta soprattutto da vacanzieri provenienti da Campania, Lazio, Sicilia e Lombardia, in particolare Milano. I pugliesi ci vanno soprattutto nei week-end o durante i ponti delle festività. Più contenuti i numeri di passeggeri toscani, liguri, emiliani».
Il turismo archeologico costituisce anche un altro fattore interessante essendo presenti costruzioni e monumenti che appartengono alla cultura greco-romana, ottomana e bizantina. Ci sono oltre duemila aree considerate monumenti culturali. Castelli si trovano in quasi tutte le città principali. Il secondo più grande anfiteatro romano nei Balcani si trova nella città portuale di Durazzo. Costruito nel II secolo dC, il teatro poteva ospitare ventimila spettatori. Butrint «La città museo», Argirocastrao «La città di pietra» e Berat «La città delle mille e una finestre sovrapposte», sono dichiarati Patrimonio mondiale dall’Unesco.
Anche l’entroterra vanta località attrattive. L’Albania ha 15 parchi nazionali tra i quali il Parco Nazionale di Divjaka – Karavasta, Dajti di Tirana, Lura a Diber, Thethi a Scutari, Parco nazionale di Llogara a Valona, Parco nazionale della pineta di Drenova a Coriza, Hotova in Përmet, e Mali i Tomorrit in Berat e Skrapar.
Turismo? Sì, ma sostenibile
CELIM sta lavorando proprio in queste aree naturali per favorire uno sviluppo (turistico e agricolo) che sia compatibile con la tutela del patrimonio faunistico e con la flora. In questo contesto, CELIM lavora, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e le municipalità locali, per ridurre il più possibile le lacune manageriali e operative. Si lavora anche sulla formazione professionale delle guardie parco, dei funzionari, dei giovani e sulla partnership con imprese ad ampio impatto ambientale.
Formare le popolazioni locali è necessario, ma non basta: serve investire e insistere sul turismo sostenibile. Insieme a Cesvi Albania, CELIM ha ripercorso la Vjosa, fiume rimasto intatto dal punto di vista naturalistico, dal sua delta e ha valutato insieme le enormi potenzialità del territorio e possibilità di sviluppo locale.
A breve sarà poi lanciata la 2a edizione del Bando di Co-Progettazione rivolto alle Cso albanesi (organizzazioni della cooperazione) per la salvaguardia e valorizzazione del Parco Nazionale di Lllogara, del Paesaggio Protetto di Vjosa-Narta, del Parco Nazionale del Monte Tomorri e del Parco Nazionale di Bredhi I Hotoves-Dangelli (le iscrizioni saranno aperte sul sito dal 31 maggio al 16 giugno sulla pagina del progetto). Nella 1a edizione CELIM ha aperto un sentiero di 10 km che da Llogara raggiunge la spiaggia di Sant’Andreas a Karaburun e otto nuovi sentieri che collegano i villaggi nel Parco Nazionale di Bredhi I Hotoves-Dangelli.
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