Nessuno sa veramente quanti siano. Si dice siano 750mila, ma secondo altre fonti potrebbero essere addirittura 800mila. Sono i bunker di cui è disseminata l’Albania. Sono il frutto delle politiche paranoiche dell’ex dittatore comunista Enver Hoxha che ha governato dal 1944 al 1985, ma anche di un sistema difensivo creato dagli italiani durante l’occupazione del Paese delle aquile. Ora CELIM sta cercando di censire queste strutture per valorizzarle.

Ma come sono nati questi presidi militari? Hoxha si sentiva accerchiato e temeva che le potenze straniere (in primis l’Italia) avrebbero presto invaso il Paese. Per questo realizzò un bunker ogni quattro cittadini. L’attacco non avvenne mai e i  bunker, concepiti dalla mente folle di Hoxha, sono ancora lì dopo tantissimi anni, fra fascino e ricordi. Arrivando in Albania si possono vedere ovunque: nei campi, sulle spiagge e nelle strade. Molti sono stati ristrutturati e riconvertiti: alcuni sono diventati locali pubblici, altri case in affitto molto stravaganti, altri ancora rifugi per animali. Alcuni sono andati distrutti. La maggior parte hanno ancora l’antico aspetto sebbene siano stati degradati dal tempo.

In Albania sono rimasti in piedi anche una quindicina di bunker costruiti dagli italiani in diversi tempi. Roma aveva realizzato una linea difensiva che, nelle intenzioni del nostro Stato maggiore, doveva rappresentare un baluardo nei confronti di una possibile invasione da Sud.

«Abbiamo avviato un censimento – spiega Luciano Bocci CELIM Shiperi -. Vogliamo capire quanti ne rimangano e in quale stato siano. Il loro recupero, se non di tutti, almeno di una parte, potrebbe avere un grande valore. Si potrebbero costruire percorsi attraverso i quali raccontare le vicende della storia recente del Paese e, allo stesso tempo, potrebbe essere un’attrazione turistica».

Questa attività fa parte del progetto CELIM di conservazioni delle aree naturali. Un progetto che cerca di valorizzare, nel rispetto dei delicati equilibri, le grandi ricchezze ambientali dell’Albania per trasformarle in risorse per la popolazione.

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