Focsiv, federazione costituitasi nel 1972, che raggruppa organizzazioni non governative italiane di ispirazione cristiana di cui fa parte anche CELIM, ha rilanciato un articolo di Link 2007 sul ruolo delle Ong ai tempi dell’emergenza coronavirus. È una riflessione che ci sentiamo di condividere e che, a nostra volta pubblichiamo, perché ci sembra corretto ribadire la presenza delle nostre organizzazioni nella nostra società al di là di ogni barriera e di ogni polemica. Vogliamo ribadire inoltre che anche CELIM, oltre a proseguire i suoi interventi nel Sud del mondo, ha lanciato una campagna a favore di due organizzazioni che lottano contro Covid-19.

Le Ong sono lì, dove sono sempre state e dove hanno scelto sempre di stare: accanto ai più deboli, dove ce n’è più bisogno, nell’«ultimo miglio» delle situazioni più difficili, nei Paesi più poveri o in guerra o dove i disastri climatici creano sacche di povertà, in parti lontane del mondo dove le situazioni delle comunità e della sanità sono molto più fragili che da noi. E ci sono anche in Italia. Spesso silenziose, senza tanti proclami.

Ancora una volta siamo costretti a rispondere alla campagna denigratoria contro le Ong, basata sulla malafede dei rancorosi odiatori del Web che devono sempre trovare capri espiatori per eventi che non sono in grado di comprendere, men che meno di gestire.

E cosi anche persone che hanno tutti gli strumenti per verificare l’attendibilità di quanto scrivono, come noti giornalisti, si domandano dove sono le Ong in questa emergenza sanitaria che, vorremmo ricordare, è una pandemia mondiale.

Già le più importanti e note Ong, da Emergency a Medici senza Frontiere a Intersos, hanno dato risposte a chi si faceva pubblicamente e pretestuosamente questa domanda. Ma oltre alle sigle più conosciute, tutto il mondo delle Ong si sta mobilitando e sta dando tutto l’aiuto possibile per rispondere nel modo più utile all’emergenza sanitaria.

E ne pagano in prima persone le conseguenza, come è successo al dottor Gino Fasoli, medico in pensione, che aveva collaborato con Emergency e Medici senza frontiere, tornato in servizio per aiutare i colleghi a curare le persone affette dal Covid-19. Come sta succedendo a tanti amici e colleghi che lavorano in Ong e che sappiamo impegnati in prima linea, di cui seguiamo con apprensione l’evoluzione dello stato di salute.

Anche le ONG della Rete Link2007 si sono mobilitate per l’emergenza sanitaria in Italia. La maggior parte per garantire il materiale e la strumentazione necessaria agli ospedali più colpiti dall’emergenza (Cesvi per l’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo WeWorld-Gvc per gli ospedali di Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria, Amref, Ccm e Ciai si sono mossi congiuntamente per gli ospedali di Milano, Torino e Roma, dove hanno le loro sedi principali) ma anche per mettere a disposizione le proprie capacità ed esperienze per le persone più fragili (Intersos con un programma in favore dei senza dimora a Roma, Ciai con uno sportello di sostegno psicologico alle famiglie con bambini).

Tutto ciò continuando a lavorare, nonostante le grandissime difficoltà legate ai provvedimenti presi per il contenimento del virus, in tutti i Paesi del mondo in cui sono attive al fianco delle comunità più povere e vulnerabili e alle autorità sanitarie nazionali.

Le Ong ci sono e sono sempre vicino a chi ne ha più bisogno. Hanno sempre avuto, e hanno tuttora, come unico obiettivo quello di voler garantire cura, rispetto dei diritti, attenzione, a tutti, senza discriminazioni di nessun tipo, mettendo sempre al primo posto quelli che ne hanno maggiore bisogno, come succede in qualunque pronto soccorso.

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