Riaprire le scuole è importante. Così come è fondamentale riprendere le attività extra-didattiche. Ma in tutta sicurezza, senza che né i docenti, né gli operatori scolastici, né gli studenti corrano alcun rischio di contagio. CELIM è sceso in campo lanciando una campagna di raccolta fondi per acquistare mascherine monouso, gel sanificante e, eventualmente, guanti in lattice. «Queste protezioni – spiega Silvia di CELIM – serviranno per assicurare lo svolgimento in sicurezza delle attività estive ed extra-didattiche in ripartenza da settembre (spazio compiti, laboratorio espressivo di teatro e murales, percussioni). È fondamentale garantire un rientro in sicurezza dei nostri figli alla riapertura». I dispositivi di protezione individuale saranno poi distribuiti alle educatrici, ai ragazzi e alle famiglie che più ne hanno bisogno.

Tutti in classe…

Ma facciamo un passo indietro. Per evitare l’espandersi del contagio da Covid-19, in gran parte del mondo le lezioni scolastiche e la attività extra-didattiche sono state interrotte. Secondo un rapporto di Unesco (agenzia Onu che si occupa delle attività culturali), oltre un miliardo e mezzo di bambini, ragazzi e giovani dall’asilo all’università è rimasto a casa. Si parla del 91% della popolazione studentesca. In Europa le cifre sono impressionanti: 10,8 milioni di studenti a casa in Italia, 15,4 in Francia, 15,3 in Germania, 9,7 in Spagna. Ovunque le scuole e le università sono chiuse, anche se almeno noi europei abbiamo attivato la cosiddetta didattica a distanza. Queste però non possono supplire alla scuola anche se impediscono ai nostri ragazzi di perdere il conto dei giorni tutti uguali come succede a chi viene sequestrato a lungo. Le lezioni digitali inoltre non raggiungono tutti allo stesso modo. Anche in Italia un milione e mezzo di studenti è rimasto tagliato fuori. Il governo ha stanziato 70 milioni per assicurare a tutti dispositivi adeguati e collegamenti decenti. Ma è chiaro che per quanto efficiente (soprattutto coi più grandicelli, diciamo dalle medie in su), la didattica da remoto non può che amplificare le diseguaglianze di partenza.

…in sicurezza

Diventa quindi importante riprendere le lezioni? Quando? A settembre? Come? In tutta sicurezza. Anche se il presidente nazionale dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli denuncia «l’impossibilità, per i dirigenti scolastici, di gestire in sicurezza la riapertura delle scuole senza che siano prima attuati degli adeguati (e permanenti) interventi di sistema». Secondo l’Anp, «deve essere tempestivamente formulato un protocollo di sicurezza che delinei con precisione le misure da adottare, in modo da limitare il margine valutativo delle singole realtà scolastiche e garantire al massimo l’incolumità di tutti; l’autonomia delle singole scuole necessita di essere sostenuta attraverso un cospicuo adeguamento delle risorse economiche e soprattutto di quelle umane.

«La nostra iniziativa – conclude Silvia di CELIM – è fondamentale se vogliamo far ripartire la scuola in modo sicuro. Per la raccolta fondi abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti solo così riusciremo a creare i presupposti per la ripresa delle lezioni nelle classi. Sostenete la nostra raccolta fondi!».