Il coronavirus ha fermato l’uomo, non la natura. Gli animali selvatici si sono ripresi spazi. Le piante hanno germogliato e prodotto frutti. Gli animali domestici hanno continuato a servire l’uomo con i loro prodotti. Ciò è capitato anche in Kenya dove, da due anni, CELIM sta promuovendo «Milky: l’oro bianco del Kenya», un progetto che lavora per sviluppare la filiera del latte nella contea di Kiambu. Nel Paese dell’Africa orientale, il settore lattiero-caseario rappresenta una delle principali fonti di sostentamento: contribuisce infatti al 12% del Pil agricolo, coinvolge circa 1,8 milioni di famiglie e garantisce 700.000 posti di lavoro.
«Anche qui è arrivato il Covid-19 – spiega Angela Mariotti, la responsabile del progetto -. Per evitare il contagio le autorità hanno imposto una rigida quarantena e hanno bloccato gli arrivi e le partenze dagli scali nazionali. Una chiusura che ha inciso molto sulle attività economiche. Soprattutto sull’economia informale. Temevamo contraccolpi anche sulla produzione del latte. Invece tutto è proseguito regolarmente».
Attraverso il suo progetto, CELIM segue 160 allevatori che producono in media dai 1.200 ai 1.500 litri di latte al giorno. Il latte viene poi portato in centrali in cui viene pastorizzato e confezionato per la vendita. «Il progetto – osserva Angela – prevede la creazione di cinque centri lattiero-caseari e un percorso di formazione per i suoi membri. A ciò si aggiunge la produzione di energia pulita e rinnovabile, incentivando l’utilizzo di biogas e la riforestazione, per compensare le emissioni di CO2. In queste settimane abbiamo continuato la raccolta del latte, l’inseminazione artificiale e il monitoraggio. Purtroppo non abbiamo potuto organizzare corsi di formazione».
Le norme emanate in occasione del lockdown impediscono infatti assembramenti con più di 15 persone. Per sicurezza CELIM ha deciso di non tenere al momento le lezioni. «Siamo stati costretti a bloccare questa attività – conclude Angela -. E non potremo riprenderla neppure nelle prossime settimane perché la quarantena è stata prolungata di un mese. Appena il governo ci darà il via libera contiamo però di riprendere a pieno regime con il nostro progetto».