Il coronavirus sta colpendo duramente le comunità rom nell’Europa centrale e sud-orientale. Confinati in quartieri sovraffollati, con accesso limitato alle infrastrutture (tra cui acqua potabile e fognature), senza collegamenti Internet, impossibilitati a lavorare e con scarsa assistenza sanitaria, le popolazioni nomadi stanno vivendo questa epidemia come una condanna che aumenta l’emarginazione e l’esclusione sociale. Proprio per combattere questa emarginazione, CELIM ha avviato un progetto in Macedonia il cui obiettivo è proprio il miglioramento delle condizioni di vita dei membri della comunità della città di Vinica.

Nel quartiere 18 vivono prevalentemente persone di etnia rom: 1.230, secondo il censimento del 2002, 1.700 secondo stime più recenti. Il quartiere copre un’area di 27,46 ettari dei quali, però, solo il 9,2% è stato incluso nell’attuale piano regolatore. Ciò significa che la maggior parte delle abitazioni è abusiva e non gode dei servizi di base: strade asfaltate, corrente elettrica, raccolta dei rifiuti, sistema idrico, servizi igienici e fognature. Ciò determina condizioni di vita precarie per i residenti.

Il progetto intende lavorare al risanamento del quartiere attraverso l’inserimento nel piano regolatore della zona, la legalizzazione delle case abusive e la ricostruzione e la ristrutturazione delle abitazioni. Si interverrà anche sui diritti umani: migliorando le loro condizioni di vita, favorendo migliori rapporti con la comunità locale, sostenendo i giovani nella ricerca di un’occupazione.

Interventi che resi ancora più urgenti dall’emergenza Covid-19. In Macedonia solo il 22% della popolazione rom ha un’occupazione. Molte famiglie, costrette dalla quarantena a rimanere a casa, non hanno né i soldi né lo spazio (le case in cui abitano sono piccolissime) per accumulare cibo e prodotti necessari alla vita quotidiana. L’accesso ai servizi sanitari è limitato. I ragazzi fanno fatica a seguire le lezioni online e non sempre riescono a beneficiare delle lezioni televisive perché la corrente non è garantita per l’intera giornata.

«Le comunità vulnerabili dovrebbero essere il primo obiettivo dell’assistenza umanitaria – spiegano i responsabili di CELIM -. Servono misure urgenti per migliorare i servizi igienico-sanitari nei quartieri rom e aiutare le famiglie economicamente.L’emergenza può diventare un’occasione per migliorare le condizioni dei rom. Noi stiamo lavorando in questo senso».

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