Il progetto è concluso ormai da quattro anni, ma la comunità locale va avanti. Non solo, ma prosegue sul solco tracciato da CELIM. Anche questo è «Impact to change», un cambiamento che lascia un segno profondo e aiuta i contesti locali a trasformarsi. È quanto avvenuto in Zambia con il progetto delle scuole comunitarie. Lanciato nel 2014, aveva come obiettivo la il sostegno di piccole scuole gestite dalle comunità locali. Le attività si sono concentrate nel distretto di Siavonga. Un’area povera dove le strutture scolastiche sono insufficienti e dove però proprio l’istruzione, soprattutto quella di base, è un elemento fondamentale per far crescere i giovani e dare loro una prospettiva per il futuro.

«Il progetto -spiega Lara Viganò, allora project manager di CELIM in Zambia che ha lavorato in team con Veronica, Marta e Marcelino – aveva come obiettivo la promozione di un’educazione di qualità in otto scuole dell’infanzia e primarie. Oltre al miglioramento delle strutture, si lavorava per migliorare le metodologie educative centrandole maggiormente sulle esigenze dei bambini e delle bambine».

Non tutto è stato semplice. A Namoomba, i volontari di CELIM hanno incontrato molte difficoltà. «Nella zona abbiamo dato vita a un blocco con un aula e un ufficio. Volevamo creare una seconda aula, ma è stato impossibile». I volontari di CELIM si sono scontrati con le tensioni tra i villaggi di Mulopa e Namoomba, che entrambi pretendevano di avere la scuola nella loro area, lo scarso coinvolgimento della comunità, la scarsa frequenza dei bambini a scuola, la mancanza di un insegnante e di aiuto da parte dei genitori.

«Sembrava una causa persa – continua Lara -. Abbiamo cercato di convincere i responsabili, ma le difficoltà parevano insormontabili». In realtà, era stato gettato un seme che si sarebbe trasformato. Al termine del progetto la struttura non era stata completata e si dubitava che potesse esserlo. Poi nella zona è arrivato un imprenditore che ha creato un lodge. Riconoscente per l’accoglienza la disponibilità della popolazione locale, ha donato 250 euro per coprire i costi dello stipendio di un insegnante e ne ha versati altri 250.

«La popolazione locale aveva capito l’importanza della scuola per dare un futuro ai propri figli e figlie – osserva Lara -. Così ha completato l’opera iniziata creando un’altra aula e una abitazione per un docente. Lo Stato ha poi inviato un’insegnante per la scuola primaria. Oggi sono in funzione una scuola materna e le prime classi della primaria. Di fatto si è realizzato, sebbene in ritardo, il programma che avevamo ideato. La comunità si è mossa sulla scia del solco da noi tracciato. Ciò significa che il progetto ha avuto un forte impatto sulla gente, tanto che è stato portato avanti anche dopo la nostra uscita di scena. L’elemento più toccante è che dallo Zambia ci arrivano messaggi di gratitudine per ciò che abbiamo fatto e lasciato».