Il governo non c’è ancora. La crisi economica è durissima. La pandemia di covid-19 si sta espandendo velocemente. Le condizioni per operare in Libano in queste settimane sono veramente difficili. Il progetto «Olio e Olive di qualità» però sta procedendo. «Piano piano, pur tra mille difficoltà – spiega Antonio Buzzelli, country manager di CELIM in Libano -, stiamo andando avanti anche se il contesto è veramente molto complesso».
Da mesi ormai il Libano non ha più un esecutivo. Le forze politiche stanno trattando, ma non è stato ancora trovato un equilibrio che consenta di formare una compagine che riesca a gestire il Paese. L’economia sta vacillando. I prezzi continuano a salire, l’inflazione è alle stelle e la moneta continua a perdere valore. L’economia risente anche della pandemia di coronavirus che ha colpito duramente il piccolo Paese mediorientale con 409.000 casi e più di 5.000 morti.
Il team di CELIM ha però continuato a lavorare. In questi giorni, sta creando una Ong locale. «È la base per le nostre attività – continua Antonio -. Nelle nostre intenzioni dovrà lavorare come un consorzio al quale i contadini del Sud del Libano potranno aderire per ottenere una serie di servizi e attrezzature».
Nel frattempo, infatti, CELIM sta creando un fondo che metterà a disposizione della Ong per acquistare macchinari: trattori, aratri, macchine per la raccolta delle olive, ecc. «Gli olivicoltori – continua Antonio – potranno prendere in affitto a rotazione questi mezzi in modo da velocizzare e migliorare le attività di coltivazione degli olivi e di raccolta delle olive. Un passo avanti notevole rispetto alle attuali tecniche tradizionali che non permettono una gestione ottimale degli appezzamenti».
Il prossimo passo sarà il miglioramento delle attività dei frantoi. «Oggi, la maggior parte di questi frantoi – conclude Antonio – sono privati. I proprietari non rispettano alcuno standard produttivo e ciò si riflette direttamente sulla qualità dell’olio. Fisseremo di parametri ai quali dovranno attenersi. Si può avere alberi buoni, olive ottime, sistemi di raccolta eccellenti, ma se i frantoi non funzionano come si deve l’olio sarà cattivo e non potrà avere un mercato».