Oggi, 22 aprile, si celebra la Giornata della terra. Poche Ong come CELIM sono legate alla terra. La maggior parte dei progetti della nostra Ong guardano all’agricoltura e all’allevamento come motori di sviluppo. E lo fanno in un’ottica di rispetto dell’ambiente secondo i principi dell’economia circolare.

Qualche esempio? «Coltivare il futuro», un progetto che in Kenya mira a rafforzare le conoscenze tecnico-agricole dei contadini e a sviluppare una serie di attività (turismo, trasformazione di prodotti agricoli, ecc.) che aumentano le capacità di resilienza delle comunità locali. O, ancora, «Milky: l’oro bianco» che, sempre in Kenya, lavora alla creazione di una filiera lattiero-casearia di qualità attenta ai cambiamenti climatici. Sempre in Africa, ma in Mozambico, «Resistere al cambiamento climatico», è lavora con i contadini alla diversificazione della produzione agricola tramite l’introduzione della piscicoltura e dell’apicoltura e al miglioramento delle tecniche agricole, di stoccaggio, trasformazione e commercializzazione. Un obiettivo che si pone anche «Agricoltura a basso impatto» progetto in corso in Zambia.

Anche in Libano si lavora con i contadini per aiutarli, attraverso «Olio e olive di qualità», a migliorare l’efficienza produttiva del comparto, creare uno stabile accesso ai mercati estero e interno, ridurre l’impatto ambientale.

Un amore per la terra che in Albania ci porta a lavorare nei parchi nazionali per tutelare l’ambiente e fare di esso il motore di una crescita pulita e sostenibile.

«La terra – dice papa Francesco – va lavorata e curata, coltivata e protetta; non possiamo continuare a spremerla come un’arancia. E possiamo dire che questo, il curare la terra, è un diritto umano». CELIM lavora in questo solco.