È stato un triennio complicato per il settore dell’Educazione alla cittadinanza globale di CELIM. Un periodo caratterizzato dalla pandemia che avrebbe potuto fermare ogni attività. In realtà, se ha complicato l’organizzazione, il coronavirus non è riuscito a fermare i progetti che, al contrario, sono proseguiti offrendo un servizio unico a ragazzi e famiglie. Ne abbiamo parlato con Silvia Ielmini, responsabile del settore.

Lo scoppio della pandemia della pandemia ha messo in difficoltà le attività di CELIM?

Il coronavirus ha complicato tutto. Le severe e giuste norme di contenimento hanno posto vincoli che prima non avevamo e con i quali abbiamo dovuto fare i conti. Detto questo, non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato a lavorare offrendo un servizio importante alla città, alle famiglie e ai ragazzi. Di questo siamo felici e su questa strada proseguiremo anche nei prossimi mesi.

In queste settimane si sono chiusi due progetti importanti, qual è il bilancio?

Si è chiuso «Tu sei scuola», un progetto si sostegno scolastico che abbiamo gestito nelle scuole medie Gramsci e Gemelli dell’Istituto Capponi a Milano. Abbiamo organizzato le lezioni di italiano per stranieri, spazio scuola (doposcuola), laboratori (teatro, pittura, video, ecc.). Il primo anno (2018-2019) è stato ottimo. I due successivi abbiamo dovuto fare i conti con il Covid-19. Non ci siamo però fermati né con il lockdown né con la Dad (didattica a distanza). La scorsa estate siamo riusciti anche a organizzare il centro estivo. È stato uno sforzo incredibile perché abbiamo dovuto rispettare regole severe. Detto questo siamo riusciti a fornire un servizio importantissimo per le famiglie e utile per i ragazzi. A questi ultimi è stata data la possibilità di tornare a vedersi in presenza, un valore importantissimo per la formazione

Quale altro progetto terminerà?

È terminato anche «Odiare non è uno sport». È stato un importante progetto che ha inciso nel profondo sul piano culturale. Ha dato un contributo importante per riportare la narrazione dello sport su binari diversi da quelli dell’astio e della violenza. Ha creato una diversa consapevolezza riportando al centro del dibattito i veri valori veicolati dallo sport. È stato anche un modo per portare le parole della ragione e della serenità online. Come CELIM non possiamo che essere soddisfatti per i risultati raggiunti.

Quale progetto continuerà nei prossimi mesi?

Proseguirà «La mia scuola è differente!». Si tratta anche questo di un progetto di sostegno scolastico, ma più centrato sui temi dell’ambiente e sul coinvolgimento della comunità del quartiere. Abbiamo lavorato nella scuola media Rodari dell’Istituto Agazzi di Milano organizzando, anche in questo caso, laboratori teatrali, lezioni il sabato, centri estivi. Sono dieci anni che lavoriamo in quell’istituto e in quel quartiere che ci sono entrati nel cuore.

Quali progetti state programmando per i prossimi mesi?

Stiamo lavorando a diverse iniziative. Qui voglio solo accennare al progetto «Consiglio dei ragazzi» che ci è stato affidato nei giorni scorsi. Si tratta di un’esperienza che abbiamo già fatto in passato e che torniamo adaffrontare con entusiasmo. I Consigli sono composti da ragazzi e ragazze eletti dagli studenti delle 4 e 5 elementari e delle medie. In sedute ad hoc discutono e deliberano provvedimenti che poi propongono ai consigli di municipio. È un’esperienza interessante per i ragazzi e le ragazze che non solo devono prendere decisioni per migliorare la vita dei ragazzi e delle ragazze del quartiere ma, proprio come i consiglieri di quartiere e del Comune, devono fare i conti con le risorse economiche disponibili. Una vera lezione di formazione civica dei più giovani.