Nella contea di Laikipia (Kenya) il cambiamento arriva grazie alla natura. Una natura arida, dura, difficile da vivere eppure ricca di risorse che possono trasformare la vita degli abitanti. Da due anni, attraverso il progetto Coltivare il futuro – Filiere agricole ecosostenibili in Kenya, CELIM, insieme a Ipsia Acli e al partner locale Laikipia Permaculture Center (Lpc), sta cercando di creare un circuito di valore facendo leva proprio sui prodotti locali. «In questi due anni – spiega Davide Bonetti, project manager di CELIM – abbiamo avviato la trasformazione di moringa, aloe, Ressurection Plant, opuntia e miele. A beneficiarne undici gruppi di donne locali».

Nel primo anno si è avviata la produzione di di aloe, tisane di Resurrection Plant e moringa. Nel 2021 è stata avviata la produzione bio al 100% di cosmetici (bagnoschiuma, shampoo, balsamo, crema corpo, crema viso e sapone) realizzati con aloe; dall’opuntia (il fico d’India) si sono ottenuti succhi di frutta e marmellate; infine è stata meglio strutturata la produzione di miele.

«Shampoo, balsamo, bagnoschiuma e crema corpo – spiega Davide – sono realizzati dalle donne dei gruppi secondo una ricetta privata di un’azienda keniana che poi si occupa di commercializzarli sul mercato locale. Recentemente, però, abbiamo ospitato anche un esperto che ha presentato alle donne nuove formule per shampoo, cream viso e corpo, balsamo, sapone. Sono ricette di cosmetici aperte sulle quali non esistono diritti di aziende e che quindi possono essere utilizzate liberamente dai nostri gruppi. Ci tengo a dire che i prodotti sono bio al 100%, contengono solo sostanze naturali reperibili in loco».

Nell’ultimo anno, il miele ha registrato un incremento di produzione. Dai 170 kg del 2019 si è passati ai 1.674 kg dello scorso anno. Un vero boom che ha reso quasi seimila euro ai contadini locali. «Attualmente la maggior parte del miele grezzo – continua Davide – viene portato all’Lpc dove viene poi trasformato. Nell’ultimo anno però abbiamo creato quattro centri nei quali i produttori locali potranno portare il miele e trasformarlo in loco. Un modo per ridurre i costi e aumentare i guadagni per i contadini. Il miele è un ottimo prodotto che è molto apprezzato nella contea. Quindi la produzione può avere ottime potenzialità di sviluppo anche in futuro».

CELIM sta però sperimentando anche nuove vie. In progetto c’è anche la produzione di vino. «Non è vino d’uva, ma quello ottenuto dall’opuntia – conclude Davide -. Ne abbiamo già prodotto, ma la qualità non è ancora ottimale. Per questo l’Lpc, in collaborazione con l’Università di Nairobi e quella di Milano, stanno studiando come migliorare le tecniche di produzione. Un buon prodotto potrebbe avere un discreto mercato. E potrebbe garantire un’ulteriore reddito ai gruppi di donne della contea».

 

 

 

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