L’assemblea di CELIM che si è tenuta sabato 30 aprile, oltre a fare il punto sulle attività della nostra Onlus, è stata l’occasione per un momento di riflessione. Mons. Maurizio Zago, responsabile della Pastorale missionaria dell’arcidiocesi di Milano, e Andrea Campoleoni, presidente di CELIM, hanno presentato un testo che può essere considerato una ideale linea programmatica per la nostra organizzazione. Ve la riproponiamo.

13 Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14 Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15 E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». 16 Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. 17 Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? 18 E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19 Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. 20 Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? 21 Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».

Vangelo Lc 12:13-21

Dietro la richiesta “Maestro di’ a mio fratello che divida” c’è probabilmente una guerra tra fratelli per possedere cose. Gesù non entra nella questione, non si pone come giudice, ma rilancia il problema a un livello più alto: non attaccatevi alla ricchezza ma condividetela, rimanete fratelli.
La guerra in Ucraina è come una grande valanga che cade, va fermata, ma non sappiamo come fare, abbiamo tanti dubbi e domande, ma poche certezze. Fermare una valanga è molto difficile, una valanga non va provocata. Forse ci rimane solo il silenzio indignato e la preghiera.

Il nostro compito come CELIM è promuovere condivisione e giustizia sociale. È promuovere una cultura della condivisione in questo modo costruiamo la pace, costruiamo fratellanza tra i popoli. Viviamo come fratelli nella nostra vita. La pace non è solo assenza di conflitto.

In Ucraina abbiamo lasciato covare per anni una guerra a bassa intensità e poi la pazzia umana e idolatra hanno generato una guerra ad alta intensità. Dobbiamo evitare di lasciare nel mondo focolai di guerre a bassa intensità.

Siamo sconvolti dalle immagini che arrivano da Bucha dove l’altro viene disumanizzato… ma i morti di Bucha non sono diversi dai morti del Mar Mediterraneo. Sono tutte persone, esseri umani alla ricerca di vita.

I profughi ucraini che scappano dalla guerra non sono diversi dai migranti economici che fuggono dalla miseria, quella miseria che è alimentata da relazioni economiche ingiuste e dallo sfruttamento.

Fermiamo questa guerra, ma fermiamo tutte le guerre, fermiamo la fame, fermiamo la miseria, il sottosviluppo, la disumanizzazione dell’altro che sia russo, ucraino o migrante economico.

Rimaniamo umani anche nelle situazioni più disumane. Come CELIM continuiamo a fare la nostra parte nel costruire condivisione e giustizia sociale, costruiamo fratellanza e in questo modo siamo e saremo operatori di pace.

 

 

il 30 aprile, l’assemblea ha discusso dell’attività di CELIM nel 2021. In un’ottica di trasparenza vi presentiamo i documenti di sintesi del nostro operato.

Relazione di attività 2021

Bilancio economico 2021

Certificazione di Bilancio 2021

 

I partecipanti in presenza alla assemblea. A essi se ne sono aggiunti numerosi altri online