In Turchia, a venti giorni dal sisma, continua l’attività di soccorso della Caritas, alle quale offre supporto CELIM. Un’attività intensa che si scontra con grandi difficoltà. È quanto emerge dalla relazione del team di Caritas che ha visitato i luoghi colpiti dal sisma.

Il primo e più grande problema che i soccorritori stanno affrontando sono le scosse di assestamento. Alcune di esse sono state forti. A inizio settimana, il territorio è stato colpito da un sisma di magnitudo 6.4, seguito da un altro di magnitudo 5.8. “Migliaia di edifici sono crollati e altre migliaia sono stati ulteriormente danneggiati – spiegano i volontari -. C’è il rischio che molte altre case crollino”. Ai problemi delle scosse si aggiungono quelli legati alla salute a causa delle terribili condizioni igieniche dopo il sisma. “Le autorità sanitarie stanno avvertendo il rischio di epidemia di colera nell’area – continuano i volontari -. medici e infermieri raccomandano l’uso di mascherine per proteggersi da eventuali contagi”.

A Iskenderun, i tecnici hanno visitato gli edifici della diocesi locale. “I danni causati dal terremoto sono ingenti – spiegano i volontari -. Solo una parte delle strutture è utilizzabile”. Dopo giornate intense, anche il personale di Caritas è stanco. “Parte dei volontari si è riposato a Mersin per alcuni giorni – spiegano -. Sempre a Mersin la chiesa locale si sta organizzando per aiutare la comunità provata dal terremoto. In città è arrivato un team di psicologi polacchi con interpreti che svolgono attività psicosociali per gli sfollati, a breve si trasferiranno anche a Iskenderun. Intanto nei luoghi colpiti dal terremoto, si continuiamo a distribuire pasti caldi. Siamo ancora in una fase di emergenza. Serve l’aiuto di tutti per riportare un po’ di serenità in questa regione”.

Terremotati in una tenta a Iskenderun
Distribuzione di generi di prima necessita a Iskenderun
La chiesa di Iskenderun semidiroccata
Le rovine della città di Antakya
Pranzo comunitario per i terremotati di Mersin