Circa 68 milioni di persone nell’Africa meridionale stanno subendo gli effetti della siccità provocata dal fenomeno El Niño e necessitano di assistenza. Lo ha dichiarato, secondo quanto riporta il sito dell’emittente qatarina al-Jazeera, Elias Magosi, segretario esecutivo della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc), secondo il quale che il 17% della popolazione della regione, ovvero circa 68 milioni di persone, necessita di assistenza.
“La stagione delle piogge del 2024 è stata impegnativa, poiché la maggior parte delle zone della regione ha subito gli effetti del fenomeno El Niño, caratterizzato dall’inizio tardivo delle piogge”, ha affermato Magosi. Le sue osservazioni sono state avanzate nel corso dell’incontro dei capi di Stato delle 16 nazioni della Sadc che si è tenuto ad Harare, la capitale dello Zimbabwe, nei giorni scorsi.
L’Africa meridionale ha visto il suo febbraio più secco degli ultimi 100 anni, ha dichiarato l’Onu, ricevendo solo il 20% delle precipitazioni. Anche le temperature erano di diversi gradi sopra la media.
Zimbabwe, Malawi e Zambia sono tra i Paesi dell’Africa meridionale maggiormente colpiti dalla malnutrizione causata dalla siccità, iniziata all’inizio del 2024. A giugno, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha evidenziato i terribili effetti della siccità, in particolare sulle comunità già vulnerabili alla scarsità di cibo. “Le comunità rurali che abbiamo incontrato sul campo ci dicono di non aver mai visto niente del genere. Sono estremamente preoccupate per il loro futuro”, ha affermato Reena Ghelani, coordinatrice delle Nazioni Unite per la crisi climatica per la risposta a El Niño.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato alla fine del mese scorso che il caldo estremo alimentato dalla crisi climatica stava “sempre più devastando le economie, ampliando le disuguaglianze, minando gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e uccidendo persone”. “Sappiamo cosa lo sta guidando – ha continuato -: il cambiamento climatico indotto dall’uomo e alimentato dai combustibili fossili. E sappiamo che peggiorerà; il caldo estremo è la nuova anormalità”.
Gli esperti hanno lanciato l’allarme: con l’intensificarsi degli effetti del cambiamento climatico, i fenomeni meteorologici stanno diventando più estremi, con siccità, uragani di grande intensità, inondazioni e incendi boschivi che stanno colpendo gran parte del mondo.
CELIM, che lavora in Zambia da più di trent’anni, si è impegnato a fornire cibo alle persone che sono coinvolte nei nostri progetti e, fino al prossimo raccolto, non potranno contare sulla propria produzione di mais.
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