“La situazione è tragica”. Così Mariangela Tarasco, rappresentante Paese di CELIM in Zambia, definisce l’attuale momento vissuto dallo Stato dell’Africa australe. Manca l’acqua (è da febbraio che non piove), manca l’elettricità e scarseggia il cibo. “Nei giorni scorsi – spiega Mariangela -, il governo aveva garantito almeno tre ore al giorno di elettricità. Ma non è riuscito a mantenere la promessa. Qui è da giorni che siamo al buio. In città, l’acqua viene fortemente razionata. Nelle campagne, però, non arriva né l’acqua né la corrente elettrica”.

In Zambia, la siccità, secondo i dati forniti dall’autorità governativa, ha colpito più di sei milioni di persone, di cui la metà bambini. La carenza di piogge ha avuto un impatto significativo sulla produzione agricola, soprattutto nelle regioni meridionali, in particolare sulla coltivazione del mais, che è l’alimento base per gran parte della popolazione. Secondo le stime ufficiali, il Paese affronta un deficit di 2,1 milioni di tonnellate di cereali, con la produzione di mais, riso e altri raccolti fondamentali ridotta. “Sta diventando sempre più difficile procurarsi il mais – continua Mariangela – non solo per la siccità, ma anche perché molte tonnellate sono state contaminate da un fungo nocivo e sono state ritirate dal mercato. Aggravando ulteriormente una situazione già difficile”.

La gente è rassegnata, continua Mariangela, in questa fase di crisi dimostra una capacità di resilienza fuori dal comune. “Le donne si svegliano la mattina presto – osserva – per andare a prendere l’acqua in quelle zone dove sanno ce n’è ancora. Fanno chilometri con una forza d’animo invidiabile”

Il simbolo delle gravi difficoltà è lo stop alle attività della diga di Kariba, principale fonte di energia del Paese. “Che un impianto di quelle dimensioni sia a secco è grave – conclude -. Ciò significa che la crisi è profonda. E, soprattutto, non se ne intravvede la fine”.

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CELIM, che lavora in Zambia da più di trent’anni, si è impegnato a fornire cibo alle persone che sono coinvolte nei nostri progetti e, fino al prossimo raccolto, non potranno contare sulla propria produzione di mais.

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