Per alcuni giorni il Mozambico non manifesterà. Tutte le proteste si fermeranno in segno di lutto per i morti della dura repressione della polizia e per permettere l’arrivo dei soccorsi alle popolazioni colpite dal ciclone Chido. Così ha chiesto ieri sera in un discorso via Facebook, Venancio Mondlane, il leader dell’opposizione. Per alcuni giorni quindi il Paese tornerà a una quasi normalità, dopo settimane di agitazioni seguite alle contestate elezioni del 9 ottobre che hanno visto la vittoria ufficiale di Daniel Chapo, candidato del partito di governo Frelimo. Risultato contestato da Mondlane che ha organizzato numerose tornate di manifestazioni per opporsi ai risultati dati dalle autorità. «Ma non è ancora finita – spiega una cooperante che lavora in Mozambico -. Lunedì 23 il Consiglio costituzionale si esprimerà definitivamente sull’esito del voto. Vedremo quali reazioni ci saranno da parte di Mondlane e della gente». 

Intanto, però, il leader dell’opposizione gode di un grande seguito. «È impressionante – continua la cooperante – notare come a Maputo tutti i taxisti e i conducenti di moto-taxi innalzino cartelli che inneggiano a lui. La gente ormai non ha più paura di esprimere apertamente il proprio sostegno a Mondlane. Lo fa senza riserve frantumando anni di timori nei quali era difficile sentire critiche al Frelimo, il partito di governo».

Nelle scorse settimane si sono susseguite numerose manifestazioni. In molte città la polizia ha reagito duramente. Secondo fonti indipendenti sono morte più di 130 persone e sono centinaia i feriti a causa della violenza della polizia. La popolazione a volte ha risposto con altrettanta violenza. «Mondlane non ha mai fatto appello alle armi – osserva la cooperante -. Alcuni però sono andati al di là dei suoi appelli e hanno assaltato e saccheggiato negozi, supermercati. Si ha l’impressione che, a volte, le persone, esasperate, si siano spinte oltre e abbiano sfogato la loro frustrazione con atti di forza».

Il Paese quindi si sta fermando, ma è solo un momento di attesa. «Lunedì 23 sarà cruciale – conclude la cooperante -. Vedremo che cosa diranno i giudici e come reagirà Mondlane. Ormai viviamo di settimana in settimana attendendo i suoi pronunciamenti che sono seguitissimi e che sono in grado di bloccare il Paese».