È online il nostro bilancio sociale. È uno strumento importante perché, attraverso i dati, permette di comprendere non solo l’andamento economico di CELIM, ma anche lo spirito che anima la nostra organizzazione.

Due dati, su tutti, ci appaiono particolarmente significativi: quello dei beneficiari diretti, 13.127; e quello dei beneficiari indiretti, 873.638. Sono numeri che, più di tante parole, danno il senso dell’azione di CELIM. Un’azione che opera con progetti mirati, ma che ha un grande impatto sulla società locale. Il significato del nostro motto, «Impact to Change», è proprio questo: risolvere le criticità non è sufficiente, è necessario creare un volano che sia promotore di sviluppo. Uno sviluppo di cui siano protagoniste le popolazioni locali.

In questo contesto, CELIM si muove sulla linea tracciata dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite su una serie di questioni fondamentali per la crescita economica e sociale dei Paesi in via di sviluppo: alimentazione, istruzione, tutela dell’ambiente, pace e giustizia, occupazione. Sono queste le fondamenta dei nostri progetti ovunque essi si situino: Africa, Balcani, Italia, Medio Oriente.

Ma non sono solo gli obiettivi che perseguiamo a caratterizzarci, ma anche il nostro modo di operare. Da sempre, CELIM ha fatto del lavoro in rete uno dei suoi pilastri fondamentali. Uno dei nostri punti di forza è proprio la capacità di impegnarci insieme ad altri: istituzioni nazionali e internazionali, organizzazioni del terzo settore, enti religiosi e laici. Condividere le esperienze significa moltiplicare l’efficienza e l’esperienza, vuol dire mettere insieme una passione al di là di possibili differenze. Anche questo è un valore e uno stile operativo perché mette in evidenza la voglia di confrontarsi di aprirsi all’altro, senza preclusioni.

I valori che caratterizzano la nostra organizzazione non sono mai disgiunti da un’attenzione costante all’equilibrio dei conti. Un’attenzione che ci permette di mantenere una stabilità economica e di garantire un futuro alle nostre attività. Emerge un dato su tutti: nel 2020 si è registrato un ulteriore calo delle spese per la struttura, che si sono attestate al 9% contro il 14% di quattro anni prima. Ciò significa che il 91% dei fondi sono stati destinati ad attività istituzionali. Questo dato è un’attenzione alla buona gestione ed è, al tempo stesso, sinonimo di attenzione verso i donatori e rispetto per i beneficiari.

La solidarietà non si è fermata, anche in tempi di pandemia, e non poteva essere altrimenti. E in questo ci sentiamo in linea con papa Francesco: «La solidarietà oggi è la strada da percorrere verso un mondo post-pandemia. Verso la guarigione delle nostre malattie interpersonali e sociali. O andiamo avanti sulla strada della solidarietà o le cose andranno sempre peggio».