Davide Raffa, direttore di CELIM, era presente all’udienza concessa da papa Francesco alla Focsiv, la federazione delle Ong di ispirazione cristiana della quale anche la nostra organizzazione fa parte. L’incontro con il Santo Padre è stato per lui l’occasione per ritornare sulle nostre radici e sul senso del nostro agire. Vi proponiamo la sua riflessione.

Quando ci presentiamo o raccontiamo chi siamo ai giovani che si avvicinano al mondo della cooperazione e alle persone interessate alle nostre attività, facciamo sempre riferimento all’ispirazione cristiana che ha generato questa storia e che dura da quasi settant’anni.

Negli anni, però, non abbiamo mai permesso che questa origine frenasse chi, anche con motivazioni e spirito diverso, avesse deciso di affiancarci nel nostro cammino per contribuire a creare un mondo più giusto. Siamo convinti che questo sia il primo segno per concretizzare quell’ispirazione a cui ci riferiamo.

La recente visita a Papa Francesco, in occasione della celebrazione dei 50 anni della nostra federazione Focsiv, è stato un modo per tutti noi, 80 e più associazioni di cooperazione, volontariato e solidarietà internazionale, di tornare, anche in modo simbolico, all’origine per ringraziare per la ricchezza delle esperienze e delle relazioni che la scelta di operare per il bene dell’umanità ha generato; dare conto delle tante persone incontrate e con cui abbiamo percorso un pezzo di strada, con la speranza di aver costruito insieme a loro un futuro migliore; rigenerare la spinta originaria andando alla fonte del nostro agire.

Confermando la bontà delle nostre scelte, Francesco ci ha ricordato le sfide del presente fatto di guerre, povertà e ingiustizie in una natura compromessa e ci ha esortato a continuare a camminare per andare in-contro alle persone che hanno bisogno, prendendo le distanze da chi alimenta lo s-contro nella relazione con gli altri.

Ha fornito a tutti noi spunti di riflessione e orizzonti di riferimento che già avevamo trovato nelle encicliche “Laudato Sì” e “Fratelli tutti”, ma in modo laico, favorendo l’ascolto anche da parte di chi proviene da storie diverse.

Poi un ultimo suggerimento, fatto in modo discreto e rispettoso: il dono di un rosario, per chi crede che anche da lì possa arrivare la forza e la tenacia per proseguire il nostro cammino e il nostro impegno.

Grazie Papa Francesco

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