“Inizialmente le persone erano intimorite, avevano paura a manifestare, adesso la situazione è cambiata. La gente ha preso coraggio e non ha più remore e scende in strada. La partecipazione è veramente massiccia”. Così traccia il quadro della situazione in Mozambico una cooperante che da alcuni anni lavora a progetti di sviluppo nel Paese. “Nelle città c’è movimento – continua -. C’è voglia di dire no ai risultati, palesemente truccati, di queste elezioni presidenziali. Risultati che assegnano percentuali altissime al partito di potere (Frelimo) anche in città, come Quelimane e Nampula, dove tradizionalmente la formazione ha sempre avuto un consenso basso. La gente ha capito che il voto è stato caratterizzato da brogli anche palesi, così come era avvenuto nelle passate elezioni, quindi ha deciso di dire basta”.
Il leader dell’opposizione, Venancio Mondlane, ha però deciso di cambiare strategia. Di fronte alle continue accuse di volere la destabilizzazione del Paese, ha chiesto ai suoi seguaci di inscenare azioni pacifiche per dimostrare il malcontento. Così alle 12 di ogni giorno, tutti fermano le auto, bloccano il traffico e suonano i clacson per un quarto d’ora; alle 21, sbattono i coperchi delle pentole, suonano le trombette e i vuvuzela; ha anche invitato a vestirsi di nero o a indossare un indumento nero in segno di lutto per le morti dei manifestanti.
“Queste iniziative stanno avendo un successo incredibile – continua la nostra fonte -. A mezzogiorno le città sono paralizzate e alla sera il rumore è fortissimo. Non ci sono manifestazioni violente, tutto è pacifico. Periodicamente Mondlane, che si dice si trovi all’estero per motivi di sicurezza, manda in onda un suo video nel quale chiede di mettere in atto diversi tipi di iniziative. In passato ha chiesto di scendere in strada e manifestare, poi ha invitato a chiudere i porti e le frontiere, poi, ancora, a marciare su Maputo. Ora a scendere in strada pacificamente. E la gente lo segue. In tutto il Paese, soprattutto nelle città, l’adesione è massiccia”.
Questa imprevedibilità delle iniziative porta a una certa instabilità. “Le attività continuano – osserva -, ma chi deve andare dalla città alle campagne o viceversa non sa mai quali rischi può correre. Quindi abbiamo deciso di interrompere le missioni sul campo, almeno per il momento. Certo è scomodo lavorare in questo modo, ma al momento non possiamo fare altrimenti”.
La popolazione sta attendendo venerdì prossimo quando Mondlane incontrerà gli altri candidati in un incontro organizzato dal presidente Felipe Nyusi. “Che cosa succederà è difficile dirlo – conclude la nostra fonte -. In molti temono per la sicurezza di Mondlane. Non sappiamo se rischia o meno. Il punto interessante è se si riuscirà a trovare un accordo per uscire da questa crisi. Vedremo”.