Il caffè è sempre più una risorsa importante per il Kenya. Anche se destinato in gran parte all’estero e con un mercato interno ancora limitato, secondo un rapporto economico pubblicato dall’Ufficio nazionale di statistica del Paese (KNBS), le esportazioni di caffè del Kenya nel 2024 sono aumentate del 12%, raggiungendo le 53.519 tonnellate. Il documento evidenzia un incremento rispetto alle 47.861 tonnellate del 2023.
Nel corso dell’anno, il Kenya ha guadagnato 38,4 miliardi di scellini kenioti (296,8 milioni di dollari) dalle esportazioni di caffè, rispetto ai 251 milioni di dollari registrati nel 2023. Secondo l’agenzia statistica governativa, la maggior parte delle esportazioni è avvenuta nel secondo e terzo trimestre dell’anno, con spedizioni pari rispettivamente a 15.903 e 17.017 tonnellate.
Il Kenya ha implementato diverse riforme, che il governo prevede possano raddoppiare la produzione di caffè dall’attuale media annua di 50.000 tonnellate metriche nei prossimi quattro anni. Tra le misure adottate figurano l’introduzione di pagamenti tempestivi agli agricoltori, fertilizzanti sovvenzionati e prestiti agevolati attraverso un fondo rotativo da 27,1 milioni di dollari.
Il caffè è uno dei principali prodotti agricoli del Kenya per la generazione di valuta estera, insieme al tè e all’orticoltura. Le principali destinazioni del caffè keniano sono Belgio, Germania, Stati Uniti, Corea del Sud, Norvegia, Svezia, Australia e Danimarca. In Africa, il principale acquirente è il Sudafrica.
Il mercato locale, però, è sottodimensionato. Ed è proprio in questo contesto che opera CELIM che, attraverso il progetto “Caffè Corretto”, sta cercando di strutturare meglio la filiera nelle contee di Kiambu ed Embu, aumentando il reddito di oltre dodicimila produttori e di quattro cooperative. “L’obiettivo – spiegano i responsabili di CELIM Kenya – è migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la qualità della produzione, introducendo buone pratiche di governance, riducendo l’impatto ambientale delle cooperative di trasformazione e potenziando le capacità delle stesse di sfruttare le opportunità offerte dal mercato locale”.
Nei mesi scorsi sono stati organizzati corsi di formazione per i coltivatori e sono in corso attività di capacity building per le cooperative locali di agricoltori. “Nei prossimi mesi – osservano i responsabili di CELIM Kenya – saremo impegnati nella creazione di una rete di coffee shop nelle contee di Kiambu ed Embu, nei quali potrà essere degustato il caffè locale e si potrà così diffondere il consumo interno. Parallelamente, stiamo progettando, insieme a esperti delle università locali, l’utilizzo della cascara (le bucce essiccate dei frutti della pianta di caffè) non solo come fertilizzante, ma anche per produrre biscotti, muffin, ecc. Una strada ancora lunga, ma che vale la pena di percorrere per cambiare i paradigmi di un mercato che può portare a una crescita del comparto agricolo”.