Per il terzo anno, Avvenire segue e promuove la campagna Humanity con cui Focsiv e sette suoi soci -tra cui noi di CELIM- operano a sostegno di migliaia di persone in fuga dalla guerra siriana e irachena con attività di prima emergenza e progetti di lungo periodo in Kurdistan, Iraq, Siria e Libano.

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Ricominciare, dopo che una ferita ha segnato il corpo e di certo, a tutti, ha paralizzato l’anima. Ricominciare con gli occhi di un bambino, capaci di vedere dopo l’emergenza un nuovo traguardo. E scoprire che anche un mondo ferito si può colorare di speranza.
In Medio Oriente c’è chi la guerra l’ha vista materializzarsi sotto casa; chi è divenuto profugo; e chi, accogliendo, ha visto la sua vita cambiare. Per questo le Ong del consorzio Humanity continuano a stare al loro fianco, accompagnando l’uscita dalla prima emergenza e creando le condizioni per tornare a casa.
Così il giornalista Luca Geronico ci spiega l’ultima campagna a sostegno di migliaia di bambini provati da anni di violenze, miseria e conflitti in Siria, Iraq, Libano, Giordania, Kurdistan e Turchia.

Con in fondi raccolti nelle precedenti campagne, noi di CELIM abbiamo operato in Libano a fianco di 131 famiglie di rifugiati e 145 donne siriane e palestinesi nel campo di Dbayeh, e in Turchia a fianco di 35 bambine siriane, irachene di minoranza etnica kurda e turche in stato di necessità.

E proprio il progetto in Turchia è quello su cui stiamo puntando con quest’ultima campagna.

Sono 1.500 famiglie, circa 5mila persone, i profughi cristiani assistiti dal vicariato apostolico dell’Anatolia. Anche alle famiglie di Samsun, grazie a Caritas Anatolia e al CELIM di Milano, sono arrivati alcuni dei 2mila buoni spesa per Natale, ripartiti secondo rigorosi criteri di necessità.
Continua Geronico.