Nel 2018 i rifugiati e i profughi in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti hanno superato i 70 milioni. Si tratta del livello più alto registrato dall’Acnur, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, in quasi 70 anni di attività. Il dato è contenuto nel rapporto annuale «Global Trends 2018» pubblicato in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi, 20 giugno.
Mai in passato si era raggiunto un numero così alto di persone costrette a lasciare tutto per cercare un luogo dove poter vivere in sicurezza. Secondo l’agenzia Onu, tale cifra corrisponde al doppio di quella di 20 anni fa, con 2,3 milioni di persone in più rispetto al 2017. Si tratta di una popolazione pari a quella di Paesi quali la Thailandia e la Turchia.
La cifra è però stimata per difetto, considerato che i numeri della crisi in Venezuela sono ancora parziali. In tutto, circa 4 milioni di venezuelani, secondo i dati dei Paesi che li hanno accolti, hanno lasciato il Paese. Complessivamente, oltre i due terzi (67 per cento) di tutti i rifugiati su scala mondiale provenivano da cinque sole nazioni: Siria (6,7 milioni), Afghanistan (2,7 milioni), Sud Sudan (2,3 milioni), Myanmar (1,1 milioni), Somalia (0,9 milioni).
In questi ultimi anni, CELIM ha lavorato molto insieme ai profughi e ai rifugiati. A marzo si è concluso un progetto in Turchia e Libano attraverso il quale si è cercato di sostenere siriani, afghani e iracheni fuggiti dalle guerre che hanno afflitto i loro Paesi. L’impegno di CELIM non è però cessato. Nei prossimi mesi la nostra organizzazione sta strutturando nuovi progetti, in collaborazione con Ong locali, per offrire assistenza i rifugiati che vivono nel Nord del Libano. L’emergenza non è terminata, ma CELIM c’è.