È scoppiata la pace in Mozambico. Sui media internazionali, anche quelli non specializzati, ieri 1° agosto è rimbalzata questa notizia. In effetti, il Presidente della Repubblica Nyusi ha firmato un accordo che prevede la totale smilitarizzazione dei gruppi armati legati alla Renamo e il completo smantellamento delle basi militari situate nella Serra di Gorongosa. Un passo importante verso la stabilizzazione di questa ex colonia portoghese grande quasi tre volte l’Italia, con grandi risorse naturali e petrolifere. Tutti sperano che questa intesa sia effettiva. Ci sono però timori che le belle parole rimangano sulla carta.

«All’interno dell’opposizione – spiegano testimoni locali – ci sono forti contrasti legati alla successione di Afonso Dhlakama (storico leader di Ranamo morto nel 2018). Un gruppo, non è chiaro quanto numeroso, vuole la linea dura e sostiene che l’accordo di pace sia totalmente svantaggioso. Un’altra parte, guidata da Ossufo Momade, che è d’accordo con il trattato e anzi ha aiutato a redigerlo. Se davvero Renamo smobiliterà le basi, allora ci sarà la pace. Altrimenti rischiamo un nuovo conflitto».

Da mesi poi si è aperto a Nord un altro fronte. Secondo le fonti del luogo, sono già centinaia le persone uccise e i villaggi bruciati da gruppi armati che ancora non hanno un’identità. «L’ipotesi più semplice – spiegano i testimoni locali – è che si tratti di forze terroristiche islamiste, ma molto probabilmente la questione è molto più complessa e si intreccia con i grandissimi giacimenti di gas naturale, carbone e pietre preziose che si trovano in quella parte di Mozambico».

L’impegno sul campo

In questo contesto complesso, CELIM continua a portare avanti la sua azione di cooperazione in Mozambico. A Quelimane è terminato da pochi giorni un progetto per rafforzare la cooperazione tra le autorità locali, la società civile e il settore privato nella raccolta e nella gestione dei rifiuti solidi urbani. In particolare, sostenere l’azienda municipale incaricata della gestione dell’immondizia e creare piccole e medie imprese da coinvolgere in attività legate alla raccolta, al compostaggio e al riciclaggio.

In Zambezia, una delle Province più povere del Mozambico, CELIM ha lanciato due progetti per per ridurre il tasso di denutrizione attraverso l’aumento e la diversificazione della produzione agricola; per aumentare il reddito delle famiglie di agricoltori promuovendo la trasformazione e la vendita in loco dei prodotti (tra i quali i pesci di allevamento e il miele). Un’azione che mira a combattere siccità e inondazioni provocate dal cambiamento climatico che hanno indebolito le capacità di autosostentamento soprattutto degli abitanti dei distretti più poveri.

«Sono progetti – spiegano i responsabili di CELIM in Mozambico – che mirano a una crescita sociale ed economica delle comunità locali rendendole protagoniste del loro futuro. Noi ci auguriamo che la pace diventi una realtà e, grazie alla stabilità politica, si possa promuovere un futuro migliore per i mozambicani».