«Papa Francesco è stato accolto con un grande entusiasmo. Le strade dalle quali è passato erano stracolme di gente, ogni suo intervento è stato seguito da migliaia di persone. Per il Mozambico questa visita è stata un evento». Così Marco Andreoni, rappresentante CELIM nel Paese, racconta la visita del Pontefice di questi giorni.

«Per il Mozambico – continua Andreoni – è stato un onore accogliere un Papa per la seconda volta in trent’anni. Non so quante nazioni africane abbiano avuto un tale privilegio. La sua visita entrerà nella storia».

Importantissimo l’appello del Pontefice alla pace, in un Paese che ha conosciuto una lunga guerra civile e una continua instabilità. «La speranza di tutti – osserva Andreoni – è che le sue parole portino tranquillità sia nell’ambiente politico sia in quello sociale. Anche perché il Mozambico si sta preparando a un appuntamento cruciale: le elezioni presidenziali che si terranno il 15 ottobre».

Molti osservatori sostengono che il risultato elettorale sia scontato. Come negli anni passati si confermerà la classe politica legata al Frelimo, il partito al potere. Anche se qualche sorpresa potrebbe arrivare da un’opposizione che, nel recente passato, è stata in grado di rimontare posizioni.

«Anch’io penso che a livello nazionale non cambierà nulla – commenta Andreoni -. Detto questo, la riforma costituzionale che ha introdotto l’elezione dei governatori, potrebbe portare al cambio di governo in alcune importanti province come quella della Zambezia e quella di Sofala. Qualcuno parla di possibili strumentalizzazione del viaggio del Papa da parte del potere politico. Può essere che i partiti cerchino di sfruttare mediaticamente questo evento, ma credo che il significato della visita sia più grande. Penso, per esempio, all’invito che Francesco ha fatto ai giovani a non aver paura e a non arrendersi. I ragazzi e le ragazze sono davvero la ricchezza di questo Paese e da essi può partire un nuovo Mozambico».