Ne uccide più la cucina che l’Aids, la Tbc e la malaria messe insieme. Sembra strano, ma in Africa l’inquinamento creato da legna, carbonella o letame essiccato è una delle principali cause di morte. Per questo motivo, in Zambia CELIM sta lavorando per ridurre gli effetti di questo fenomeno attraverso la produzione e la commercilizzazione di pellet vegetali realizzati partendo dagli scarti agricoli fatti decomporre e poi compattati; mentre in Kenya promuove la produzione di energia pulita e rinnovabile, incentivando l’utilizzo di biogas. Con l’obiettivo di migliorare la salubrità delle abitazioni e ridurre il consumo di legno e carbone.

Carbone tossico

Le stime, i numeri e, in genere, la contabilità di questo fenomeno sono ancora imprecisi. Ma è ormai assodato e certo che la quota di famiglie che in questa parte del mondo cucina con combustibili solidi sia in aumento. Gli effetti dell’utilizzo sono inquietanti. Le cause maggiori sono le emissioni di particolato, di monossido di carbonio e di un insieme di altri gas aromatici nocivi come butadiene, benzene e stirene, che possono causare malattie gravi, tra cui danni respiratori fino al cancro al polmone e danni al feto e alla crescita dei neonati e dei bambini.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, i gas e gli inquinanti contribuiscono alla morte prematura di almeno 4,3 milioni di individui ogni anno, e a oltre 110 milioni di malati cronici, cioè di persone le cui «attese di vita» vanno corrette «per disabilità». Sempre secondo l’Oms l’inquinamento dell’aria in ambiente familiare è il quarto fattore di rischio di morte prematura al mondo, addirittura il primo nell’Asia meridionale e il secondo nell’Africa sub-sahariana.

Pellet vegetali

In Zambia, CELIM ha lanciato «Agricoltura a basso impatto», un progetto che ha come obiettivo la lotta alla povertà, attraverso l’introduzione di tecniche di coltivazione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli e la tutela dell’ambiente. Nei distretti di Mongu e Limulunga, dove è operativo, la popolazione pratica un’agricoltura e un allevamento di sussistenza e, per riuscire ad arrotondare il bilancio famigliare, tra il 65 e il 70% delle famiglie produce illegalmente carbone bruciando la legna. Ciò produce inquinamento e un elevato grado di deforestazione. Per questo motivo si sta introducendo la produzione di pellet realizzati esiccando e compattando gli scarti vegetali. Ciò permette di sostituire il carbone a legna con uno strumento più ecologico e pulito.

Biogas pulito

In Kenya, attraverso il progetto «Milky, l’oro bianco del Kenya», oltre a potenziare la filiero lattiero-casearia locale, si stanno costruendo impianti di biogas sfruttando le deiezioni degli animali. Il gas è pulito e, utilizzato nelle case, evita la produzione di particolato e emissioni nocive. «Il biogas è pulito – osservano i responsabili di CELIM –, quando brucia non inquina come la legna. Le famiglie sono felici di avere un ambiente domestico più salubre. Nel tempo si ridurranno anche i problemi di salute legati alla respirazione. La risposta da parte dei keniani è positiva. Questo ci aiuterà nel portare a termine il progetto».