Colomba, associazione delle Ong della Lombardia lancia oggi la campagna «Senza cooperazione internazionale che mondo sarebbe?». Lo scopo è informare correttamente i cittadini della nostra regione sui valori alla base del lavoro delle associazioni e delle Ong di solidarietà internazionale.

CoLomba – Cooperazione Lombardia – è l’associazione delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale della Lombardia. Riunisce organizzazioni di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario con sede in Lombardia, che intendono lavorare in rete per mettere in comune valori ed esperienze, in un settore decisivo per contrastare povertà e disuguaglianze.

In un contesto internazionale, sempre più complesso e sconvolto da guerre e pandemie, CoLomba vuole dunque essere un punto di riferimento per le istituzioni, pubbliche e private, del proprio territorio in tema di cooperazione e solidarietà internazionale.

Il mondo senza cooperazione sarebbe peggiore? La risposta è certamente sì: dovrebbe ormai essere evidente a tutti quanto le ripercussioni ambientali, economiche, commerciali e sanitarie si estendano in ogni angolo del pianeta. Il dislivello sempre più marcato tra «Paesi ricchi», e le loro sacche sempre più ampie di povertà, e i Paesi più fragili sta creando fratture sempre più profonde e inconciliabili, e rischia di mettere le nostre generazioni future in situazioni irreversibili.

La cooperazione internazionale fa vedere lontano, sa far cogliere i problemi, sa far dialogare realtà molto diverse tra loro, per cercare insieme soluzioni concrete e sostenibili, perché «Nessuno si salva da solo». È dunque una componente fondamentale di quel tessuto connettivo che tiene insieme le diverse parti di un mondo che, altrimenti, andrebbero sempre di più ad allontanarsi. La sua funzione ha un’utilità di portata globale sia per i Paesi del Nord che per quelli del Sud del mondo.

Eppure le Ong e i loro operatori sono da tempo bersaglio di duri attacchi, che nel migliore dei casi ne fanno dei «buonisti» ingenui o corrotti a seconda dei casi. Si è compreso, fin da subito, che si trattava di una strumentalizzazione, e anche molto facile: le Ong non sono attrezzate per controbattere in modo efficace a questi assalti e hanno preferito (nella maggior parte dei casi) tacere e cercare di dimostrare coi fatti chi realmente sono.

Il patrimonio più importante delle Ong non sono certo i soldi, che pure occorrono per realizzare interventi complessi in contesti complessi, ma le persone: in migliaia partono ogni anno, uomini e donne, di ogni età, per raggiungere paesi vulnerabili dove le condizioni di vita, sociali, sanitarie, lavorative, sono difficili o addirittura insostenibili

Spesso, con i loro partner locali, si trovano in situazioni dove i più elementari diritti umani vengono ignorati o calpestati e dove solo la solidarietà è un valore vincente. Le Ong non sono il palliativo di scelte scellerate nazionali o internazionali, ma un occhio vigile per denunciare soprusi e cogliere ogni possibilità per raggiungere gli obiettivi espressi negli SDGs (Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite).

Le persone che partono sono operatori, volontari, consulenti, una moltitudine di persone motivate, e spesso molto specializzate, accomunate dalla volontà di guardare oltre al proprio benessere e al proprio interesse e il fatto che vengano così spesso denigrate e accusate di azioni ignobili è profondamente ingiusto e immotivato.

Di fronte alla campagna d’odio che negli ultimi tempi si è andata sviluppando contro le Ong, CoLomba ritiene ora indispensabile contribuire a una narrazione diversa, adeguata e precisa, della cooperazione internazionale.

Dopo aver lasciato un po’ decantare la questione, ora le ONG di CoLomba hanno pensato di dare un contributo positivo alla comprensione di chi sono con una narrazione diversa, e hanno quindi pensato di avviare una campagna di comunicazione che miri a diffondere un punto di vista più oggettivo possibile della Cooperazione Internazionale, partendo dall’assunto che “un mondo senza cooperazione internazionale sarebbe peggiore”.

La campagna prevede il lancio sui media di un’idea comunicativa nuova, che proponga differenti punti di vista, per raggiungere diverse tipologie di pubblico e target d’utenza: principalmente la cittadinanza lombarda meno affine alle tematiche della cooperazione internazionale; le persone già interessate ed infine le istituzioni, pubbliche e private, del territorio lombardo.

La novità risiede nel fatto che le ONG lombarde hanno deciso di presentarsi non attraverso il cosa fanno, ma il perché lo fanno, sottolineando il senso globale del loro agire.

Si è dunque scelto di progettare una campagna che non si contrapponga frontalmente all’hate speech ma che, invece, risponda efficacemente, sviluppando una comunicazione attrattiva, universale e funzionale che spieghi bene l’utilità della cooperazione internazionale (e il ruolo delle Ong) e, allo stesso tempo, accresca la notorietà e l’autorevolezza di CoLomba.

L’obiettivo di comunicazione può essere raggiunto grazie ad una strategia incentrata sul concetto di utilità: la cooperazione internazionale, al di là di visioni idealistiche, nelle sue diverse forme e articolazioni, è utile per tutti, sia per i Paesi del Sud del mondo che per il nostro.

Sulla base di questa considerazione, abbiamo scelto di comunicare l’indispensabilità della cooperazione internazionale provando a immaginare cosa accadrebbe al mondo se questa non ci fosse.

La lettera del presidente