Focsiv, federazione di Ong cristiane della quale fa parte anche CELIM, esprime una valutazione negativa sull’approvazione da parte della Camera dei deputati del rinnovo delle 40 missioni internazionali nelle quali l’Italia è impegnata.
In alcune di esse il nostro Paese ha operato con responsabilità e umanità a favore della pace e della promozione dei diritti umani e sociali.
Ma il rifinanziamento, per altro maggiorato, della Guardia Costiera libica pagata per bloccare il flusso delle partenze a bordo dei barconi, è inaccettabile perché:
- La GC ha svolto solo apparentemente un ruolo di contenimento, ma in realtà i risultati sono stati palesemente drammatici.
- Il subappalto dei respingimenti e l’esternalizzazione delle frontiere UE e italiane ci rende complici di violenze e di violazioni dei diritti umani, ci fa perdere credibilità e ci rende ricattabili.
Per questo la Focsiv richiede una sostanziale ridefinizione della strategia italiana nei confronti della Libia e dei processi migratori che preveda:
- Una collaborazione con la Libia a condizione del rispetto della dignità umana, come la UE richiede all’Ungheria
- Lo svuotamento dei Centri di detenzione, veri e propri centri di tortura, in un Paese come la Libia che non riconosce la Convenzione di Ginevra contro la tortura
- La loro trasformazione in Centri di accoglienza gestiti e controllati dall’UNHCR, che consentano l’agibilità alle organizzazioni umanitarie.
- Misure europee di soccorso in mare, sull’esempio di Mare Nostrum, anche in collaborazione con le Ong e la società civile.
- Vie legali e sicure di accesso ai Paesi UE, a partire dai corridoi umanitari, per le persone che in Europa chiedono asilo e cercano un futuro migliore.
- Il rispetto dell’impegno dell’Italia, assunto in sede Onu, di dedicare lo 0,7 % del RNL alla cooperazione internazionale per creare nei Paesi di partenza condizioni di sviluppo economico e sociale.
In questo orizzonte non c’è realpolitik che tenga.