Il tema dell’agricoltura sostenibile sta assumendo una importanza crescente. Secondo la Fao (il fondo delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione), 795 milioni di persone (una su nove) soffre di malnutrizione. Parallelamente la domanda globale crescerà del 35% entro il 2030. Tutti gli Obiettivi di sviluppo del millennio sono in qualche modo correlati all’attività agricola. Oggi e ancora di più nei prossimi decenni, l’agricoltura è chiamata a produrre cibo sufficiente, sano e sicuro.
In Africa, per esempio, la proprietà terriera è frammentata, con una maggioranza di micro agricoltori organizzati per l’autoconsumo e che non sono in grado di far fronte a investimenti per fare il salto di qualità. Mancano i mezzi di produzione, fertilizzanti e agromedicinali. In breve, è necessario migliorare la situazione, tenendo conto del concetto di interconnettività. Ma garantire prodotti sicuri significa considerare la catena di produzione alimentare in tutte le fasi.
Per questo motivo, a ottobre, il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali e l’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con alcune organizzazioni che lavorano nella cooperazione per lo sviluppo (tra le quali CELIM), lanciano il master in Cooperazione per lo sviluppo agroalimentare sostenibile.

Obiettivi

Si tratta di un corso di studi rivolto a chi intende impegnarsi nella promozione di uno sviluppo rurale basato su condizioni eque e sostenibili e crede che l’agricoltura sia la chiave per garantire la sicurezza alimentare nel mondo.
Il Master mira a costruire competenze tecniche per aiutare a progettare, implementare e valutare gli interventi di sviluppo rurale, agricolo e agroalimentare in Paesi con risorse economiche limitate. Allo stesso tempo, fornisce gli strumenti per comprendere e interpretare il contesto sociale ed economico e guidarlo in percorsi di sviluppo, progetti e interventi, verso la sostenibilità. I corsi erogati dal Master affrontano il problema in modo diverso aree disciplinari comprese le scienze agrarie e veterinarie, biologiche, chimica, ingegneria civile e ingegneria architettonica, storia, filosofia, pedagogia, psicologia, economia, statistica e scienze politiche e sociali.

Metodo

Il percorso formativo, in inglese, si articola in 464 ore di didattica frontale, 36 ore di altre forme di formazione, come i seminari. Le attività sono completate da 250 ore di stage. Gli ammessi al corso sono tenuti al pagamento di una quota di iscrizione di euro 4.000 (comprensiva della quota assicurativa).

Sbocchi professionali

Gli studenti sono formati per diventare esperti di cooperazione internazionale, sia da un punto di vista manageriale sia tecnico gestionale. In particolare, gli incarichi possono essere rivestiti nelle seguenti organizzazioni:

  • Organizzazioni non governative (e del Terzo Settore);
  • Istituzioni e agenzie comunitarie;
  • Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS);
  • Enti locali;
  • Consulenza professionale per istituzioni italiane, comunitarie e internazionali;
  • Borsa di studio presso le Nazioni Unite;
  • Volontariato europeo per l’aiuto umanitario volontario finanziato dall’Ue;
  • Servizio Volontario Europeo;
  • Stage Crui presso rappresentanze diplomatiche all’estero.

Cv richiesto

Il Master è progettato per accogliere e formare studenti che in grado di parlare fluentemente inglese e avere un background di base (laurea triennale o equivalente) in almeno una di queste discipline: Biotecnologie; Scienze Biologiche; Scienze e tecnologie agrarie e forestali; Scienze agroalimentari e tecnologia; Scienza e Tecnologia per l’Ambiente e la Natura; Zootecnia e tecnologie di produzione animale; Scienze economiche; Economia e scienze della gestione aziendale; Pianificazione del territorio, Urbanistica, Paesaggio e Scienze Ambientali; Geografia; Ingegneria Civile e Ambientale; Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali; Scienze Sociali per Cooperazione, Sviluppo e Pace.

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