È online il nostro Bilancio sociale 2021. È uno strumento importante perché, attraverso i dati, permette di comprendere non solo l’andamento economico di CELIM, ma anche lo spirito che anima la nostra organizzazione.

Due dati, su tutti, ci appaiono particolarmente significativi: quello dei beneficiari diretti, 75.058; e quello dei beneficiari indiretti, 937.289. Sono numeri che, più di tante parole, danno il senso dell’azione di CELIM. Un’azione che opera con progetti mirati, ma che ha un grande impatto sulla società locale. Il significato del nostro motto, Impact to Change, è proprio questo: risolvere le criticità non è sufficiente, è necessario creare un volano che sia promotore di sviluppo. Uno sviluppo di cui siano protagoniste le popolazioni locali.

Un’azione che, anche nel 2021, ha guardato all’Africa, con interventi in Kenya, Mozambico e Zambia; ma anche ai Balcani, dove siamo attivi in Albania, Kosovo e Macedonia; e in Medio Oriente, dove operiamo in Libano. Lotta alla fame e ai cambiamenti climatici, impegno per un lavoro dignitoso e per la riduzione delle disuguaglianze, azioni per città e comunità sostenibili. È un’azione, come suggerisce papa Francesco, volta a “sradicare la povertà in tutte le sue forme e dimensioni” basato sulla “centralità della persona umana come soggetto primario responsabile dello sviluppo”. Emerge un’attenzione sulla centralità dell’essere umano apprezzando le “nostre origini comuni, il nostro reciproco senso di appartenenza e il futuro da condividere con tutti”, uno sviluppo umano integrale che include le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economico, sociale, ambientale.

Il nostro lavoro segue le direttrici degli obiettivi dello sviluppo del millennio che, come suggerisce lo stesso Pontefice nell’enciclica Laudato Si’, rispondono alla “sfida urgente di proteggere la nostra casa comune” che comprende “la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare”.

Ecco, proprio partendo dalla preoccupazione di unire tutta la famiglia umana, l’impegno di CELIM non può limitarsi al Sud del Mondo. I grandi cambiamenti si costruiscono unendo tutte le comunità, al di là dei confini tra Paesi e tra continenti. Diventa quindi fondamentale intervenire anche qui, in Italia, partendo dalla formazione delle nuove generazioni. È questo il motivo per cui abbiamo continuato a lavorare nelle scuole con i ragazzi e le ragazze, quest’anno finalmente di nuovo in presenza. Qui siamo intervenuti per ridurre le disuguaglianze, per creare una sensibilità ambientale e per creare ponti.

Ma non sono solo gli obiettivi che perseguiamo a caratterizzarci, ma anche il nostro modo di operare. Da sempre, CELIM ha fatto del lavoro in rete uno dei suoi pilastri fondamentali. Uno dei nostri punti di forza è proprio la capacità di impegnarci insieme ad altri: istituzioni nazionali e internazionali, organizzazioni del terzo settore, enti religiosi e laici. Condividere le esperienze significa moltiplicare l’efficienza e l’esperienza, vuol dire mettere insieme una passione al di là di possibili differenze. Anche questo è un valore e uno stile operativo perché mette in evidenza la voglia di confrontarsi di aprirsi all’altro, senza preclusioni.

I valori che caratterizzano la nostra organizzazione non sono mai disgiunti da un’attenzione costante all’equilibrio dei conti. Un’attenzione che ci permette di mantenere una stabilità economica e di garantire un futuro alle nostre attività. Emerge un dato su tutti: nel 2021 le spese per la struttura si sono attestate al 10% contro il 14% di cinque anni fa. Ciò significa che il 90% dei fondi sono stati destinati ad attività istituzionali. Questo dato è un’attenzione alla buona gestione ed è, al tempo stesso, sinonimo di attenzione verso i donatori e rispetto per i beneficiari.

La solidarietà non si è fermata. Recentemente Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica italiana, ha detto, citando il rabbino Jonathan Sacks, morto di recente a Londra: “Un Paese è forte quando si prende cura dei deboli; è ricco quando si occupa dei poveri; diventa invulnerabile se si occupa delle persone più vulnerabili”. Queste, ha osservato il capo dello Stato, “non sono affermazioni utopistiche o ideali, sono elementi concreti della realtà di ciascuna comunità”.

 

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