Una scossa tremenda. Poi altre di assestamento. Lunedì 6 febbraio il terremoto ha inferto un duro colpo al distretto di Pazarcik di Kahramanmaras, nel sud-est della Turchia vicino al confine con la Siria, e nella stessa Siria. Il bilancio delle vittime e dei feriti parla di migliaia di morti.

«I cittadini colti dal terremoto nel sonno sono scesi per le strade innevate in preda al panico e alla paura – raccontano i volontari della Caritas locale -. Nonostante la temperatura fosse sotto lo zero in molte province della regione, i cittadini hanno iniziato ad aspettare intorno ai fuochi che bruciavano e nei loro veicoli». Dopo il terremoto si sono verificate finora 42 scosse di assestamento, la più grande delle quali è stata di magnitudo 6.6. Una seconda fortissima scossa di magnitudo 7.7 ha colpito il Paese alle 13,45.

La regione dell’Anatolia è stata fortemente colpita dal terremoto e, con essa, la diocesi locale guidata da mons. Paolo Bizzeti, con il quale CELIM ha collaborato per anni in un progetto a sostegno dei rifugiati siriani e della popolazione turca povera. «La cattedrale di Iskenderun è crollata totalmente e gli uffici e gli spazi della Caritas sono stati fortemente danneggiati – spiegano i volontari -. Il Focal Point Nazionale per l’Emergenza ha avuto una riunione di coordinamento con l’Afad (protezione civile turca) per raccogliere tutte le informazioni e l’Ufficio Diocesano ha allertato tutti a non avvicinarsi all’area e a seguire le indicazioni dell’Afad. La hotline del Centro di Ascolto è aperta».

Di fronte questa emergenza, CELIM ha aperto una sottoscrizione per sostenere le popolazioni colpite dal sisma.

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Causale: Turchia – Aiuti pro terremotati