Il ciclone Freddy ha colpito Quelimane, città mozambicana dove da anni opera CELIM. Tra sabato e domenica, raffiche a più di 200 km/h hanno spazzato tutta la zona sradicando pali, scoperchiando tetti, allagando le strade. “I danni maggiori – spiega Sofia Saraiva, project manager di CELIM in Mozambico – sono stati registrati nelle periferie. il vento ha abbattuto le case della gente più povera che si è rifugiata nelle scuole e nelle strutture più solide e resistenti. Ci sono state numerose vittime. Si parla di una settantina di morti e decine di feriti. Ma le cifre sono ancora provvisorie”.

Il ciclone Freddy ha una vita lunga. È partito un mesetto fa dall’Australia, ha poi colpito il Madagascar e le regioni meridionali del Mozambico. “Le regioni centrale del Mozambico e il Malawi – continua Sofia – sembravano essere state risparmiate. Invece nel fine settimana siamo stati investiti da queste piogge e da questi venti che hanno danneggiato in modo molto serio le infrastrutture”.

Al momento non sono stati ancora calcolati i danni e non è stato valutato il fabbisogno delle popolazioni colpite dal ciclone. “Nei prossimi giorni – conclude Sofia – sarà stilato un bilancio. Dal nostro sopralluogo nei quartieri periferici abbiamo notato che le necessità sono grandi. Fortunatamente gli uffici di CELIM non hanno subito grandi lesioni, solo qualche vetro rotto.Vi terremo aggiornati”.