Le parole possono ferire. Fare male. Molto male. Soprattutto quando vengono pronunciate attraverso un social media, dove il confronto è indiretto, senza l’elemento personale. Per combattere contro questa tendenza, sempre più frequente online, quest’anno è tornato Odiare non è uno sport, un progetto nato per contrastare l’odio online nello spot, ma che poi ha saputo far riflettere su questo fenomeno anche al di là del mondo sportivo.

Da dicembre a fine di aprile si sono tenuti incontri in dodici scuole milanesi (medie e superiori), coinvolgendo 250 ragazzi e ragazze. “In questi incontri – siega Sara Donzelli, operatrice educazione alla cittadinanza globale di CELIM -, abbiamo sollecitato i ragazzi e le ragazze a raccontare il loro rapporto con i social media, a riflettere sui discorsi di odio e a come affrontarli. Abbiamo notato un grande interesse tra di loro perché i ragazzi e le ragazze sentono molto vicino quell’ambiente perché li accompagna tutti i giorni”. Gli educatori hanno poi invitato gli studenti e le studentesse a raccontare i discorsi che più li hanno feriti sui social e a suggerire frasi per stemperare e risolvere i discorsi di odio. “È importante che riconoscano la violenza di certi discorsi, ne prendano atto – continua Sara – ed è altrettando importante che sappiano reagire utilizzando le parole giuste e cercando di disinnescare quella che può diventare una escalation che ferisce nel profondo”.

Un lavoro che è stato portato avanti anche nel mondo dello sport del milanese. «Abbiamo lavorato insieme ad alcune società sportive – continua Sara -. Il percorso seguito è lo stesso di quello delle scuole, ma il discorso è andato al di là dei social network e ha investito anche i comportamenti di odio offline. Nei campi sportivi e nelle palestre spesso giocatori, allenatori, membri degli staff sono presi di mira con parole e cori offensivi che toccano profondamente la sfera personale. Il nostro progetto ha cercato di affrontare questi temi per riuscire a ricondurre lo sport alla sua dimensione naturale che è quella del confronto sereno, amichevole che aiuta a crescere e a vivere bene. Disinnescare l’odio aiuta a riportare lo sport alle sue origini e a rimanere palestra educativa per migliaia di ragazzi e ragazze. Questo è il nostro scopo e vediamo che le giovani generazioni accolgono con favore questo nostro messaggio”.

 

1 D Istituto Cappelli
2 A Istituto Tolstoj
2 A Scuola superiore
2 C Istituto Tolstoj
2 F Istituto Tolstoj
3 A Istituto Cappelli
2 B Scuola superiore
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