Lo sport, da sempre strumento di inclusione e aggregazione, è diventato, attraverso slogan e gesti, veicolo di odio. Secondo la ricerca Ue Kids Online, il 41% dei ragazzi ha letto messaggi d’odio o commenti offensivi diretti a individui o gruppi discriminati per colore della pelle, religione, gruppo etnico di appartenenza, genere. Il progetto intende sviluppare una nuova concezione di cittadinanza che faccia del rispetto un valore fondamentale e vuole contrastare la circolazione online di discorsi d’odio legati all’ambito sportivo coinvolgendo scuole e società sportive dilettantistiche
2.200 studenti coinvolti
in percorsi formativi
10 territori interessati dalle attività
9 squadre di attivisti digitali anti-odio
Avviato nel 2020 con uno studio del fenomeno dell’hate speech (discorsi di odio) affidato all’Università di Torino (Centro Coder), che ha elaborato il primo Barometro dell’Odio nello sport monitorando i principali social media e le testate giornalistiche sportive, il progetto Odiare non è uno sport ha raccolto le testimonianze di campioni dello sport azzurro, come Igor Cassina, Paola Egonu, Stefano Oppo, Alessia Maurelli, Frank Chamizo, Valeria Straneo, Angela Carini e tanti altri. Al loro fianco sono emerse straordinarie storie di inclusione sociale avvenute attraverso lo sport sul territorio italiano. Ne è seguita l’adesione spontanea al progetto da parte di decine di sportivi, professionisti e dilettanti, associazioni, scuole e semplici cittadini.
Odiare non è uno sport è ripartito nel 2022 e il nuovo percorso prevede la creazione di un secondo Barometro dell’Odio nello sport 2 e il coinvolgimento in percorsi formativi interattivi e multimediali sulle dinamiche dell’odio nello sport 600 docenti di scuole secondarie, 540 allenatori sportivi del target giovanile, 300 dirigenti di società sportive, 2.200 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado e 900 giovani sportivi della fascia tra gli 11 e i 18 anni.
Saranno costituite anche nove squadre territoriali di attivisti digitali anti-odio, composte da studenti e giovani coinvolti nelle attività di formazione, che condurranno azioni di contrasto all’hate speech sportivo in chat e social frequentati dai giovani, attivando reazioni e risposte di valenza dissuasiva ed educativa. CELIM si occuperà della formazione delle classi, delle unità di apprendimento e dei gruppi sportivi.
Il progetto in sintesi
Il progetto prevede:
I beneficiari
Titolo progetto
Odiare non è uno sport – Percorsi educativi per prevenire e contrastare l’hate speech nello sport
Capofila progetto
Cvcs
Partner
Adp, AspeM, Comi, Cope, Lvia, Csi (Centro Sportivo Italiano), Centro Sportivo Nazionale Libertas, PMondo, Sf – Informatici senza frontiere, Università degli Studi di Trieste (Dipartimento di Scienze della Vita), Università di Torino (Center for public opinion and digital environment research)
aiuti la formazione di uno studente
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Odiare non è uno sport ha lavorato per promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione, sia online che offline
Da dicembre ad aprile, nelle scuole e nelle società sportive si è lavorato per disinnescare l'hate spech nei discorsi online
In occasione della Giornatadello Sport, campioni e dilettantisti insieme per contrastare l'hate speech. Partecipa anche tu!