Nuova sessione formativa per i soccorritori alpini kosovari. Nel fine settimana hanno seguito una due giorni teorico-pratica insieme agli istruttori e ai dirigenti del Cnsas, il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico italiano. Un’attività aggiuntiva rispetto a quelle previste da Naturkosovo, il progetto che lavora per dar vita a uno sviluppo turistico sostenibile del Kosovo attraverso la promozione del tratto locale della Via Dinarica. “Si è trattato – spiega Nicola Bassi, responsabile progetto per CELIM – di una sorta di ripasso e di approfondimento delle tecniche che i soccorritori kosovari avevano già appreso nel corso avanzato tenuti nei mesi scorsi. Hanno anche partecipato alcuni soccorritori che avevano partecipato al corso intermedio, ma che si sono distinti per la loro presenza nelle varie attivit. Questa due giorni è stata un modo per rimanere sempre addestrati. L’allenamento è fondamentale per l’attività di soccorso”.
Sabato, i partecipanti kosovari hanno rivisto e simulato a livello teorico le tecniche di ricerca e soccorso in caso di valanga con l’impiego di sonde, pale e artva (apparecchio di ricerca dei travolti in valanga). “Sono state ripercorsi i sistemi di estrazione e di primo soccorso di una vittima travolta da una valanga – osserva Nicola -. Gli istruttori italiani hanno portato con loro anche un defibrillatore per esercitazione e i soccorritori kosovari hanno presoi confidenza con questa apparecchiatura”.
Il giorno successivo l’esercitazione si è spostata all’aperto. A 1.700 metri di quota, su un territorio imbancato dalla neve è stato simulato un intervento di ricerca e rinvenimento di un escursionista disperso. Per la ricerca, spiega Nicola, è stato impiegato un drone in dotazione al servizio di ricerca e soccorso kosovaro. Una volta ritrovato l’escursionista si è simulato lo spostamento con due tecniche: con l’uso delle corde e del verricello e con l’ancoraggio di squadra. Per chi aveva, nei mesi scorsi, partecipato al corso avanzato, è stato un modo per ripassare le tecniche apprese. Per chi, invece, aveva frequentato il corso intermedio, è stato un modo per apprendere nuove tecniche. “Questa due giorni non era prevista dal progetto – conclude Nicola -. Abbiamo voluto organizzarla per offrire qualcosa di più alle squadre kosovare, aiutandole a offrire un servizio efficiente e rendere più sicuro percorrere la Via Dinarica. Anche questo è modo per rafforzare il comparto turistico in questa bellissima parte dei Balcani”.