“Nel 2018 quando sono tornata in Albania a distanza di quattro anni, il Paese era già irriconoscibile. Nel bene e nel male”. Lo racconta Valeria Parracino, project manager di CELIM in Albania. La corsa allo sviluppo infrastrutturale e alla cementificazione degli ultimi anni ha trasformato il territorio albanese ai danni della cura ambientale. “Faticavo a riconoscere la strada di casa”, continua.

L’economia albanese è cresciuta del 3,9% nel 2023, sostenuta da consumi, turismo, costruzioni ed esportazione di energia. Secondo UN Tourism, nel 2023 si è classificata al quarto posto a livello globale per incremento percentuale di arrivi turistici, con 10,1 milioni.

Piccoli centri come Valona, dove CELIM è presente dal 2018, sono in continuo mutamento. Qui si trova oggi un aeroporto costruito su un’area protetta, e non è l’unico esempio di sviluppo edilizio selvaggio. “Il problema è che il ministero che dovrebbe curare l’ambiente è anche quello del turismo”, spiega Gerta Mehmeti, rappresentante paese CELIM. “Dando precedenza al secondo”.

Da febbraio 2024, con la nuova legge sulle aree protette, neanche queste sono escluse da progetti edilizi. “In questo modo il patrimonio ambientale viene sacrificato al profitto”, continua Mehmeti.

Secondo Parracino, le stime esagerate sul turismo portano a un affaticamento del territorio, “oltre che a investimenti insensati”. Problemi come la gestione dei rifiuti non sono stati risolti, ma “nascosti sotto il tappeto”.

Esempio emblematico: la nuova discarica vicino Valona, moderna ma non operativa, mentre si usa ancora la vecchia, vicina al mare e non a norma. Intanto si costruiscono resort e porti turistici come Valona Marina.

Eppure il patrimonio naturalistico e la sua biodiversità sono tra le principali attrazioni turistiche. “Senza la conservazione ambientale, si rischiano effetti negativi sul turismo stesso”, dice Mehmeti.

Negli ultimi anni, crescono consapevolezza e iniziative ambientaliste. CELIM lavora con istituzioni, ranger e pescatori per la formazione e la sensibilizzazione. “È anche questa cooperazione allo sviluppo”, dice Mehmeti.

I progetti CELIM riguardano la gestione delle aree protette, la tutela della biodiversità e l’ecoturismo, oltre al capacity building della società civile.

Con fondi italiani ed europei, CELIM ha contribuito al riconoscimento di nuove aree protette come Porto Palermo e il fiume Vjosa, ora parco nazionale. Qui si lavora su mappatura rifiuti, sentieri naturalistici e turismo responsabile.

“È evidente la crescente attenzione dei cittadini, ma manca quella delle istituzioni”, spiega Mehmeti. CELIM continua a dialogare con le istituzioni per una cultura ambientale e turistica sostenibile.

“Può sembrare contraddittorio lavorare per lo sviluppo di un Paese in espansione, ma la società civile deve promuovere il senso civico”, conclude Parracino.

Di Agnese Stracquadanio

FINANZIATORI DEL PROGETTO

AICS

PARTNER

CESVI, Comune di Milano, MM

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