Prigione di Mongu
  • Il sistema penitenziario dello Zambia versa da tempo in condizioni allarmanti che riguardano soprattutto l’assistenza sanitaria, lo stato nutrizionale e l’istruzione dei detenuti. L’emergenza si accentua ulteriormente in un’ottica anche di riabilitazione e di reinserimento nella società. CELIM, in collaborazione con Caritas, intende intervenire per promuovere il rispetto dei diritti umani dei prigionieri zambiani.

    Obiettivo di progetto: migliorare le condizioni di vita dei detenuti in 7 istituti penitenziari, con particolare attenzione verso le donne e i bambini incarcerati con loro.

  • 7 prigioni coinvolte in 4 province del Paese

    5 cliniche sanitarie da ristrutturare

    4 orti carcerari da realizzare

Da oltre 13 anni Mutinta è tra le detenute della sezione femminile del carcere di Lusaka.

Mutinta è costretta allo spaccio da una serie di sfortunati eventi: è nata e cresciuta nel problematico compound di Kanyama da una famiglia in una situazione disagiata. E ha commesso un errore che la segnerà per tutta la sua esistenza. Oggi Mutinta non ha idea di quando potrà lasciare la prigione di Lusaka.
Tuttavia, nonostante le numerose difficoltà, Mutinta può dirsi fortunata rispetto a molte altre donne che, come lei, sono incarcerate da anni e costrette a vivere in una situazione discriminatoria e spesso disumana: ha potuto infatti seguire un corso e diventare infermiera, facendo così di se stessa una figura fondamentale all’interno del carcere.

Detenuti al lavoro per costruire la clinica all’interno della prigione di Mazabuka

In carcere le possibilità sono due: o diventi un reietto della società o esci in un modo diverso da come sei entrato.

Nella carceri zambiane, i detenuti muoiono ancora per mancanza di acqua, cibo e cure: mancano i servizi medici di base, le infrastrutture sono insufficienti o decadenti e le medicine scarseggiano. In particolare, i bisogni delle donne e dei bambini non vengono adeguatamente affrontati.
Le donne incinte non ricevono trattamenti né nutrienti adeguati alla loro condizione e i figli  delle detenute sono costretti a condividere il pasto con le madri.
Mancano programmi formativi ed educativi adatti: le guardie carcerarie organizzano corsi professionali in quasi tutte le prigioni, ma a discrezione della loro personale competenza e senza particolare formazione su come insegnare ad una classe di adulti.

I bambini piccoli, che scontano la pena delle loro madri, sono i soggetti più vulnerabili.

Le carenze delle carceri sono tante, ma questo per noi ha un solo significato: che anche i margini di miglioramento sono ampi.

Cucina, dispensario medico e aula per i corsi di alcune delle prigioni beneficiarie del progetto
Cucina, dispensario medico e aula per i corsi di alcune delle prigioni beneficiarie del progetto
Cucina, dispensario medico e aula per i corsi di alcune delle prigioni beneficiarie del progetto

CELIM coinvolge tutti i soggetti istituzionali competenti all’interno delle prigioni con l’intento di sopperire alle gravi lacune riscontrate soprattutto in tre aree particolarmente sensibili: i servizi sanitari, la nutrizione e l’educazione.

La prigione di Mazabuka, nella Southern Province, é quella tra le sette in cui interveniamo che versa nelle peggiori condizioni, specialmente dal punto di vista sanitario: per questo qui stiamo costruendo la clinica e organizzando corsi di formazione sanitaria.
Tutti i corsi che facciamo, qui come nelle altre carceri, sono rivolti sia al personale sia ai detenuti: l’obiettivo è garantire la presenza costante di una persona preparata ad intervenire in casi di emergenza ma anche di più semplici malanni.
Un’azione ad ampio spettro, quindi, che ha l’aspirazione di rendere l’esempio di Mutinta non un caso eccezionale all’interno del sistema penitenziario dello Zambia, ma piuttosto una realtà consolidata e ben radicata.

  • Mi chiamo Gianclaudio Bizzotto, vivo in Zambia da 14 anni e sono responsabile del progetto
Corsi di formazione per detenuti e personale penitenziario
Corsi di formazione per detenuti e personale penitenziario

Sintesi schematica del progetto

Il progetto mira al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti, in particolare delle detenute e dei loro figli, in sette carceri, intervenendo per sviluppare e sostenere i servizi sanitari, nutrizionali ed educativi che oggi sono deficitari.

  • Con gli Uffici Sanitari Distrettuali, intendiamo: ristrutturare 5 cliniche, fornire attrezzature e medicinali, organizzare corsi di primo soccorso per personale e detenuti e corsi specifici per le donne.
  • Con il Ministero dello Sviluppo comunitario e della Salute Materna-infantile, intendiamo: organizzare corsi di educazione nutrizionale, in particolare per le detenute incinte e con figli, realizzare orti e creare sinergie con le organizzazioni della società civile per garantire cibi adeguati dove necessario.
  • Con gli Uffici Educativi Distrettuali, intendiamo: organizzare corsi di alfabetizzazione e di formazione professionale, fornire materiale scolastico di livello primario e secondario e garantire servizi educativi per la prima infanzia.

Beneficiari diretti: 104 tra guardie carcerarie e ufficiali, 192 donne e 12 bambini sotto i 5 anni.
Beneficiari indiretti: 5.340 detenuti.

  • Titolo Progetto
    Migliorare l’assistenza sanitaria e l’educazione all’interno delle prigioni Zambiane per donne e bambini attraverso la promozione dei diritti umani.

    Responsabile Progetto
    Gianclaudio Bizzotto, celim.zambia@celim.org.zm

    Date
    gennaio 2016 / gennaio 2019

     

  • Partner
    Caritas Zambia, District Health Office – DHO, District Education Board Secretary – DEBS, Ministry of Community Development, Mother and Child Health

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Finanziatori del progetto
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