Avviare programmi umanitari, condannare duramente le campagne militari, mettere all’indice la guerra come il peggiore dei mali: e poi, come se niente fosse, ricominciare tranquillamente ad esportare armi. È triste la realtà dei fatti che emerge da un rapporto di SIPRI, un gran lavoro di raccolta dati che analizza importazioni ed esportazioni dei principali armamenti.
E tra i principali esportatori, insieme tra gli altri a Stati Uniti, Cina e Russia, spicca tristemente anche l’Italia. Il nostro Paese, infatti, rimane uno degli storici esportatori di armamenti: la percentuale dell’Italia sulla quota globale di esportazioni è del 2,7%, al di sotto dei leader del settore – Francia, Germania, Regno Unito e Spagna – ma comunque nei primi dieci posti nel ranking degli esportatori mondiali.

FOCSIV, insieme a CELIM e alle altre ONG che hanno aderito alla campagna “Humanity – Essere umani con gli esseri umani” denuncia l’ipocrisia degli Stati e delle grandi imprese che si arricchiscono con la vendita di armi, fomentando violenza, crisi, guerre, morti, sfollati e rifugiati.
L’iniziativa ha l’obiettivo di fornire supporto alle popolazioni mediorientali intervenendo attraverso una rete di attività che si estende a tutta l’area, dalla Siria al Libano, dal Kurdistan iracheno ai confini con la Turchia.
Fornitura di beni di prima necessità, accoglienza nei campi per gli sfollati, progetti di ricreazione, istruzione e avviamento professionale sono solo alcune delle iniziative portate avanti dai nostri volontari, che ogni giorno mettono in campo tutta la loro determinazione per provare a restituire una speranza a chi non conosce altro che la guerra da tanti, troppi anni.

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