Il latte è una risorsa preziosa per il Kenya. L’industria casearia keniana è una delle più grandi e sofisticate dell’Africa e offre un contributo importante non solo all’economia, ma al benessere della popolazione.

Il petrolio bianco

Secondo i dati forniti dal ministero dell’Agricoltura keniano, nel Paese vengono prodotti 5 miliardi di litri di latte all’anno. A livello economico ciò significa che l’industria casearia con un fatturato di due miliardi di dollari Usa, rappresenta il 14% del Pil agricolo e l’8% del Pil complessivo del Paese. Dal punto di vista occupazionale, genera circa un milione di posti diretti e altri 500mila indiretti. Anche perché il settore è strutturato su una miriade di piccoli e medi produttori concentrati in maggior parte nella Rift Valley. Una parcellizzazione che si riflette anche sulla struttura commerciale. Si stima infatti che l’84% del latte prodotto sia venduto in forma grezza direttamente ai singoli consumatori oppure a commercianti, hotel e chioschi.

La quantità di latte che affluisce sul mercato contribuisce notevolmente al miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale delle famiglie. Non è un caso che il 62% dei keniani associno il latte a un alto contenuto proteico e molti consumatori lo amino sia come nutrimento base della propria dieta sia come bevanda per tutti i giorni.

Filiera da strutturare

Tutto bene quindi? Non proprio. L’industria casearia keniana potrebbe svilupparsi ancora e meglio. Il comparto soffre infatti di forti fluttuazioni stagionali per cui in alcuni periodi dell’anno (febbraio/marzo e maggio/giugno) la produzione è minima, mentre negli altri mesi si assiste a una sovrapproduzione con gravi sprechi. Il fatto poi che il latte sia prodotto da piccole realtà fa sì che la lavorazione sia frammentata e il costo della produzione sia più elevato.

La qualità del latte poi è molto scarsa. Le pratiche di mungitura non industriali, la mancanza di impianti di raffreddamento e di stoccaggio rendono il prodotto meno appetibile e riducono la capacità dei caseifici di esportare.

Partire dal basso

Per rilanciare il settore, CELIM, in collaborazione con Caritas, ha varato un progetto che mette al centro proprio il latte. L’obiettivo è assistere 2.000 micro-imprese in 4 sotto-contee di Kiambu nello sviluppo di una filiera lattiero-casearia di qualità, sostenendo ogni fase della produzione, creando centri di raccolta del latte, potenziando la lavorazione del latte.

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