Droni volano sulle spiagge dell’Albania meridionale. Prima osservano dall’alto. Poi si avvicinano alla spiaggia. Giù sempre più giù. Quasi rasente alla sabbia. No, tranquilli, non sganceranno bombe in attacchi mirati. Alla guida non ci sono piloti dell’aviazione militare, ma guardiaparco addestrati al volo degli aerei senza pilota. L’obiettivo: monitorare le spiagge sulle quali nidificano le tartarughe. «Tra luglio e settembre – spiega Luciano Bocci, CELIM Shqiperi -, si schiudono le uova di tartarughe su alcune coste dell’Albania. Nel 2018, a Nord di Valona, sono state registrate 75 schiuse. Un patrimonio che va tutelato perché è sinonimo di una natura che cerca, nonostante le continue minacce, di perpetuare se stessa».

Minacciate

Le minacce sono davvero tante. La cementificazione, il degrado delle coste e dei litorali prescelti per la nidificazione e, soprattutto, l’impatto con i sistemi di pesca costituiscono i principali pericoli per questa specie, basti pensare alle reti a strascico, agli ami dei palangari e alle reti fisse, dalle quali un gran numero di tartarughe viene catturato accidentalmente, causando, secondo i dati forniti da Wwf Italia, la morte di più di 40mila esemplari l’anno.

La presenza di plastica soffoca le tartarughe marine: una tartaruga marina su due nel Mediterraneo ha ingerito plastica. Uno studio di dieci anni sulla Caretta caretta ha dimostrato che il 35% degli esemplari analizzati ha inghiottito rifiuti di questo tipo. Alcuni esemplari avevano ingerito fino a 150 frammenti. La presenza di plastica sulle spiagge inoltre può compromettere le nidificazioni: la sabbia in cui mamma tartaruga depone le sue uova, in presenza di frammenti di plastica non mantiene la stessa umidità e modifica la temperatura, con ripercussioni sullo sviluppo ela schiusa. «Proprio grazie ai droni – continua Bocci – si farà una mappatura della qualità delle spiagge. Si verificheranno le condizioni della sabbia, il grado di umidità, ecc. I velivoli senza pilota sono stati donati a tre parchi nell’ambito del progetto per la Conservazione delle aree protette che CELIM sta portando avanti insieme ad altre Ong e alle istituzioni albanesi».

Pescatori e veterinari

Un progetto complesso che, oltre al monitoraggio delle spiagge, prevede altri interventi a tutela delle tartarughe. «Come CELIM – osserva Bocci -, noi lavoriamo in modo tale che le attività umane possano conciliarsi la natura e la sua tutela. Per questo motivo abbiamo contattato i pescatori e con essi stiamo facendo un lavoro di sensibilizzazione per riuscire a salvare il numero più alto possibile di esemplari finiti nelle reti oppure ferite dalle eliche delle imbarcazioni o, ancora, sofferenti per aver ingerito o essere rimaste intrappolate nella plastica. Noi lavoriamo per ridurre la plastica in circolazione sia sulle coste sia in mare. Meno plastica aiuterebbe a preservare l’ambiente e, con esso, si aiuterebberogli animali (e gli uomini) ». Parallelamente si sta potenziando anche un centro di soccorso delle tartarughe a Radhime, vicino a Valona. «Le tartarughe sono animali fantastici – conclude Bocci -. Sono una parte essenziale del sistema naturale del Mar Mediterraneo. Per questo motivo, difenderle è un modo per tutelare un sistema ambientale così vicino a noi».

Drone per il monitoraggio delle spiagge
Tartaruga Caretta caretta
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