«Oltremare», il periodico online dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, ha pubblicato questo articolo su Agrismart, progetto gestito dalle Ong COSV e CELIM e co-finanziato dall’Agenzia italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo in Zambezia, regione centrale del Mozambico. Lo pubblichiamo di seguito.

«Alle api bisogna volere bene. Bisogna trattarle con cura. Solo così ti ripagheranno con buon miele. L’apicoltura è un modo per conservare la foresta, difendere la natura è uno dei doveri dell’apicoltore». Semente parla delle sue api e dei suoi alveari come se fossero un membro della sua famiglia. Sa che il rispetto per questi piccoli e laboriosi insetti è stato e sarà sempre ripagato. Le api non gli daranno solo prezioso miele, ma lo aiuteranno a salvare la foresta, garantendo l’impollinazione e tutelando l’ambiente.

Semente è un tecnico impegnato in Agrismart, un progetto gestito dalle Ong COSV e CELIM e co-finanziato dall’Agenzia italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo in Zambezia, regione centrale del Mozambico. Semente non è nato in una famiglia di apicoltori. Anzi, all’apicoltura si è accostato quasi per caso. «Lavoravo in un progetto di sviluppo rurale promosso dall’ong americana Heifer – ricorda – ci occupavamo della riproduzione e della distribuzione di animali. Tra le varie attività c’era anche la distribuzione di arnie e la formazione degli apicoltori nel distretto di Mopeia, dove abito. Da quel momento l’apicoltura è entrata nella mia vita».

Semente decide di specializzarsi. Nel 2002 partecipa a un corso base presso il centro per la promozione dell apicoltura di Morrumbene. Nel 2007 incontra CELIM e, grazie alla Ong italiana, approfondisce ulteriormente le sue conoscenze in materia grazie a lezioni teoriche e a tanta attività pratica sul campo.

Per lui l’apicoltura non è solo un lavoro, ma una passione. I cooperanti di CELIM se ne accorgono e lo coinvolgono nella creazione della Cooperativa «Cizenda Tae» (che in lingua sena significa: «Non è uno scherzo») della quale fanno parte gli apicoltori di Mopeia e Morrumbala.

«All’inizio ero un semplice socio – spiega -. Avevo una trentina di arnie e riuscivo a produrre un buon miele. Nel 2010, grazie a Giovanni Guido, esperto e consulente apistico, sono stato nominato tecnico apistico e, oltre a seguire il lavoro dei gruppi di produttori nella zona di Gulamo e Conho (Mopeia), mi è stata data la responsabilità della gestione della Casa del miele, un laboratorio creato per ricevere e lavorare il miele prodotto in loco».

In tre anni la cooperativa si struttura e triplica la produzione, passando da mille a tremila litri di miele l’anno. Semente controlla attentamente che il miele lavorato conservi la qualità che il mercato richiede. Stringe un rapporto stretto con gli apicoltori. Li va a trovare, li aiuta. Spiega loro la necessità di avere attrezzature adatte (guanti, tenuta da lavoro, stivali, maschera, ecc.); la corretta localizzazione delle arnie (vicino a corsi d’acqua, a zone fiorite, ecc.); le caratteristiche delle arnie; la capacità di riconoscere lo status del miele (vergine, miele misto, miele maturo); le fasi dell’estrazione del miele.

«Il lavoro sul campo richiede molto impegno – spiega Semente -. Nel progetto Agrismart devo seguire gli apicoltori di due distretti (Derre e Lugela). Per muovermi più agilmente mi sposto in moto, sfidando le intemperie e le condizioni disastrose delle strade. Non sempre è facile raggiungere le comunità, ma è necessario mantenere un contatto continuo per monitorare al meglio le arnie e il lavoro sul campo. Tra le varie attività sto anche formando un altro tecnico che mi affiancherà».

IAgrismart coinvolge un gruppo di 150 apicoltori, distribuiti su un area di 30mila km2. A Derre sono stati montati cinque apiari scuola, a Lugela altri cinque. Semente segue anche alcuni gruppi di apicoltori del distretto di Morrumbala dove sono state, nel corso degli anni, impiantate piu di 500 arnie.

All’inizio il miele era venduto al mercato locale o sulla strada. Una volta aperta la Casa del Miele a Nzero, le cose sono cambiate. Il miele, lavorato nella casa del miele di Mopeia, viene portato confezionato al negozio del miele, dove è più semplice venderlo. Il miele viene richiesto non solo dai consumatori diretti, ma anche dai commercianti interessati a rivenderlo. Dal 2012 il miele viene venduto anche in tre supermercati di Quelimane.

«L’apicoltura nel tempo è cambiata – conclude Semente -. Prima il miele veniva estratto nella foresta, con arnie fatte di corteccia e senza alcun strumento idoneo, usando semplicemente il fuoco per allontanare le api. Adesso c’è maggiore consapevolezza delle tecniche dell’apicoltura e delle potenzialità del miele come prodotto alimentare. La produzione di miele varia di anno in anno perché è influenzata dalle condizioni climatiche (temperatura, pioggie, siccità) per cui i risultati non sempre sono buoni. L’amore per la nostra professione e per le api ci fa però superare queste difficoltà e ci permette di andare avanti».

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