La formazione professionale li renderà liberi? È questa la scommessa del progetto «La seconda occasione – Reintegro degli ex detenuti» che CELIM sta portando avanti in Zambia. Le attività messe in campo fanno proprio leva su corsi professionali per offrire ai carcerati migliori opportunità di reinserimento della società una volta scontata la pena.

La scorsa settimana, Gianclaudio Bizzotto di CELIM è stato a Mumbwa per seguire le varie iniziative a supporto ai centri correzzionali. I primi passi compiuti sono incoraggianti. CELIM ha consegnato 783 libri per studio e lettura (volumi ricevuti in donazione da Book Aid International) e lunga lista di materiale didattico per i corsi professionali: muratore, sarto, falegname, contadino, fabbro.

«Abbiamo anche stretto una interessante partnership con la vicina scuola professionale governativa – spiega Bizzotto -. Per i corsi, in alcuni casi, la scuola manda propri istruttori nella prigione, in altri, i prigionieri vanno alla scuola».

Bizzotto ha poi incontrato 14 prigionieri mentre frequentavano i corsi di muratura e falegnameria, quattro prigioniere e una secondina intente a imparare le tecniche di sartoria, otto detenuti impegnati nel corso per fabbro e un gruppo in quello per contadini. «L’intenzione – continua Bizzotto – è di triplicare nel più breve tempo possibile questi numeri grazie ai maggiori spazi e a migliori attrezzature/materiali a disposizione. Intanto i ragazzi al corso di fabbro stavano già producendo porte e finestre per la casa di un dipendente della prigione».

Visitando la sezione educativa, Bizzotto ha potuto constatare come i prigionieri in classe fossero visibilmente soddisfatti del progetto di formazione. Al loro fianco, erano presenti anche dodici giovani provenienti dalla città di Mumbwa che stavano facendo lezioni di ripasso in preparazione degli esami statali che inizieranno lunedi prossimo.

«Questa connessione è un bel segno – osserva Bizzotto -, sicuramente un punto importante per la riduzione di stigma ed esclusione. Il direttore del penitenziario Mulenga è persona molto sensibile e con passione. È davvero interessato al miglioramento delle condizioni di vita nella prigione da lui diretta e ha detto che non chiederà né accetterà trasferimenti finché il suo piano di formazione non sarà attuato. Ne parleremo a breve anche con il Commissioner General: persone come questa sono preziose per il nostro progetto».

Per sostenere questo progetto, il 25 ottobre è stata organizzata una cena nel carcere di Bollate (Mi). L’iniziativa ha avuto un grande successo, così CELIM ha deciso di organizzarne una seconda il 15 novembre. Ci sono ancora alcuni posti disponibili. Prenotati!

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