Il sistema carcerario dello Zambia è il peggiore dell’Africa. I 25mila detenuti sono costretti a vivere in spazi progettati per ottomila e muoiono per mancanza di acqua, cibo e cure. CELIM, in collaborazione con Prisons Future Foundation (PFF), ha varato un progetto che offre una formazione professionale ai carcerati e li aiuta a reinserirsi nella società.
Obiettivo: sviluppo delle competenze degli ex detenuti, reintegrazione socio-economica e costruzione di una società sicura, giusta ed inclusiva.
1.452 detenuti coinvolti
Secondo una classifica pubblicata dalla rivista statunitense «Forbes», il sistema carcerario dello Zambia è il peggiore dell’Africa. I detenuti sono costretti a vivere stipati in celle di piccolissime dimensioni. Nello spazio nel quale dovrebbero vivere ottomila detenuti ne sono ammassati 25mila (il 3% donne e il 2,5% giovani). Al mondo solo ad Haiti, nelle Filippine e in Salvador i carcerati vivono in condizioni peggiori. Nelle carceri zambiane, i detenuti muoiono per mancanza di acqua, cibo e cure: mancano i servizi medici di base e i farmaci, le infrastrutture sono insufficienti. In particolare, i bisogni delle donne e dei bambini non vengono adeguatamente affrontati. Le donne incinte non ricevono trattamenti né nutrienti adeguati alla loro condizione e i figli delle detenute sono costretti a condividere il pasto con le madri.
Nelle Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri (Regole Mandela) è previsto che lo scopo principale della carcerazione sia la protezione della società, la riabilitazione del carcerato e la riduzione della recidiva. Una recente analisi ha mostrato, però, che in Zambia tre prigionieri su dieci vengono arrestati e condannati nuovamente entro sei mesi successivi alla loro scarcerazione. Gli ex detenuti rappresentano una minaccia per la società perché la detenzione non ha permesso loro di avviarsi su percorsi di reinserimento nella società.
Il progetto prevede due fasi distinte. La prima prevede l’avvio di percorsi formativi. Nelle sette prigioni in cui opera CELIM saranno organizzati corsi professionali per i detenuti (elettricista, falegname, meccanico ecc.). I carcerati saranno poi stati aiutati a sostenere gli esami di qualifica professionale. L’idea di base è costruire, insieme a loro, capacità che possano spendere una volta usciti di prigione. In questo contesto si inserisce anche il progetto di realizzare dei pollai che ha una doppia valenza: offrire la possibilità di imparare il mestiere dell’allevatore e permettere al penitenziario di generare fondi da reinvestire per l’educazione dei carcerati.
Nella seconda fase ci si concentrerà sul reinserimento economico-sociale dei detenuti. Saranno creati centri nei quali, una volta riguadagnata la libertà, gruppi di ex carcerati potranno lavorare insieme (anche in forma di cooperativa) e offrire ai concittadini i loro servizi come piccoli artigiani. In questo contesto saranno poi attivate azioni per la riconciliazione familiare e per l’accettazione da parte della comunità, favorendo l’incontro dei detenuti con i loro famigliari, con le vittime e offrendo loro servizi di counseling e follow up dopo il rilascio.
I beneficiari diretti saranno 1.452 detenuti che devono scontare una condanna inferiore a 4 anni in sette penitenziari dello Zambia (Kaoma 140; Kalabo 133; Senanga 145; Mongu 482; Mumbwa 179; Mazabuka 305; Nakambala Approved School 68). Ad essi si aggiungono 20 coordinatori delle attività formative, 17 responsabili dell’area psico-sociale nelle carceri, 12 impiegati dell’ufficio del lavoro, 19 assistenti sociali. Riceveranno una formazione specifica per portare avanti, ciascuno nel suo ambito, le attività del progetto.
Titolo progetto
Riabilitazione e reintegrazione dei detenuti ed ex detenuti per una crescita sostenibile
Responsabile del progetto
Gianclaudio Bizzotto, zambia@celim.org.zm
Il progetto prigioni si sta per concludere. A portarlo avanti ci saranno le guardie e i carcerati che sono stati formati ad hoc
Continuano i corsi professionali destinati agli ex carcerati e ai formatori che in futuro gestiranno i corsi nelle carceri
Consegnati materiali ai carcerati che, una volta scontata la pena, potranno dare vita a microimprese e reinserirsi nella società