Salvare l’ecosistema e aiutare l’economia locale: l’apicoltura può essere un’importante leva per promuovere una crescita economica compatibile con l’ambiente nel continente africano. È quanto emerso dal Business of Conservation Conference che si è tenuta qualche mese fa a Kigali, in Ruanda. In questo contesto l’apicoltura è stata indicata come un esempio di «industria capace di produrre buoni profitti in armonia con il sistema naturale».
«Il settore dovrà però essere redditivo – hanno spiegato i relatori -. Solo in questo modo le popolazioni locali saranno incentivate a rispettare e proteggere il sistema ambientale. Se il miele garantirà entrate sufficienti, le comunità tuteleranno gli alberi e non li taglieranno per ricavarne carbone o vendere il legno».
Gli spazi per lo sviluppo di questo comparto ci sono. Gli europei consumano in media 0,7 kg di miele l’anno, ma la produzione locale non basta e quindi l’Europa ne importa (pur essendo con la Cina il maggior produttore mondiale).
L’Africa, con investimenti adeguati, potrebbe inserirsi in questo mercato. L’Etiopia, per esempio, produce dalle 45 alle 50mila tonnellate all’anno ma ne esporta solo mille. Il Kenya ne produce solo 20mila tonnellate, ma il potenziale è stimato in 100mila tonnellate.
In questo contesto, CELIM sta scommettendo sulla crescita dell’apicoltura in Mozambico. Nella regione della Zambezia lavora per migliorare il settore attraverso l’installazione di 600 arnie e la distribuzione di materiale apistico, la formazione di 100 apicoltori sulle tecniche di apicoltura e sulla lavorazione del miele, la creazione di due centri per lavorare e filtrare il miele.
Le attività, inserite nel progetto «Sostenere lo sviluppo in Zambezia», sono iniziate negli scorsi mesi. I tecnici di CELIM hanno dato il via alle attività formative, hanno posizionato le arnie e hanno iniziato a raccogliere il miele. Nella galleria fotografica la testimonianza del lavoro sul campo…
via Donatello 5 B
