Il mango è una ricchezza per lo Zambia, ma spesso questa ricchezza è sprecata. Grazie al progetto «Agricoltura a basso impatto», CELIM sta lavorando per valorizzare la produzione di questo frutto dalle qualità eccezionali. Come? Attraverso la conservazione. Ma andiamo con ordine.

Gli alberi di mango crescono un po’ ovunque nel Paese e rappresentano per la popolazione una buona fonte di vitamine e fibre. La produzione è concentrata in due mesi e il surplus non viene sfruttato a sufficienza. Molti frutti non sono raccolti, cadono dalle piante e marciscono sul terreno. Grandi quantità vengono poi sotterrate per evitare che marciscano. Si calcola che tra il 30 e il 40% della produzione vada persa. E tutto ciò a causa di una conoscenza inadeguata della tecnologia di trasformazione e conservazione della frutta. Anche le tecniche più semplici.

Nel distretto di Mongu, CELIM sta lavorando per insegnare alle popolazioni locali come essiccare i frutti. L’essiccazione è uno dei più antichi metodi per la conservazione della frutta e della verdura. Si tratta inoltre di uno dei metodi più economici ed ecologici, oltre che naturali, in quanto tale tecnica agisce sulla frutta senza provocare le alterazioni legate ai processi di conservazione industriale.

«Il mango – spiegano i responsabili di CELIM Zambia – viene raccolto poco prima della stagione delle piogge. Quindi non sarebbe possibile un’essiccazione solare. Abbiamo quindi pensato di costruire un ambiente dotato di un essiccatoio elettrico. Questo però sarà alimentato da energia solare grazie ai pannelli fotovoltaici installati sul tetto. Si tratta quindi di un processo naturale».

I progetto prevede che la frutta disidratata sia poi imbustata e venduta. «I contadini – continuano i responsabili di CELIM – potranno così godere di entrate suppletive che permetteranno di integrare i loro redditi».

I, mango può essere un primo passo. Grazie all’essiccazione si possono conservare anche ortaggi, erbe aromatiche, legumi. Tutto in modo naturale perché il procedimento non fa altro che eliminare l’acqua presente nei prodotti vegetali rendendo possibile la loro conservazione e permettendo di occupare uno spazio ridotto. Con l’essiccazione non si spreca nulla e, inoltre, non si devono temere eventuali problemi legati al botulismo (possibile nella conservazione sottolio).

«La frutta disidratata (e in generale gli alimenti) – concludono i responsabili di CELIM – conserva intatto il suo sapore e l’apporto di minerali e vitamine originali. Quindi è anche un ottimo alimento che può integrare la dieta locale».

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