In Africa il coronavirus rischia di fare danni anche senza contagiare le persone. In un continente nel quale un’ampia fascia della popolazione vive alla giornata, uscendo la mattina per procurarsi, attraverso lavori informali, il necessario per sé e per i propri cari, l’imposizione della quarantena può essere dannosa tanto quanto il virus stesso.

«La situazione è davvero difficile qui in Togo – spiega Christian, togolese, amico e collaboratore di CELIM -, la gente non riesce a mangiare. Costretta in casa per effetto delle direttive del governo, non riesce a mettere insieme quanto serve a sfamare le famiglie. Molte persone, spinte proprio dalla necessità, escono per dedicarsi alle piccole attività di tutti i giorni, quelle che permettono loro di procurarsi il pane quotidiano. Rischiano di infettarsi, ma non possono fare altrimenti».

Christian, che era tornato in Togo per portare aiuti, adesso non può più rientrare in Italia, dove vive da anni ormai. I voli sono stati bloccati. Ma lui non si è perso d’animo. «Sono bloccato qui – spiega in una mail che ci ha inviato -. Per quanto posso cerco di aiutare la gente. Purtroppo ho finito i fondi che avevo con me, ma vedo che ci sono ancora tante altre famiglie bisognose. Volevo chiedervi se è possibile per voi sostenerci, così possiamo acquistare altri alimentari da distribuire nei villaggi».

CELIM non ha attivo un progetto ad hoc per il Togo e non ha lanciato raccolte-fondi specifiche. I dipendenti di CELIM hanno però deciso di rispondere all’appello di Christian raccogliendo almeno 500 euro per aiutare lui e i villaggi della zona da cui proviene.

Se qualcuno volesse unirsi all’iniziativa, può effettuare un bonifico bancario (CELIM, Banca Popolare Etica, Iban: IT38A0501801600000011080678) oppure un versamento online