Una casa con i servizi essenziali per offrire ai rom una vita dignitosa. Ma anche un miglior rapporto con la popolazione locale. Sono questi gli obiettivi che CELIM sta portando avanti in Macedonia, ex Repubblica Jugoslava ai confini con la Grecia.

Emarginati

Quella dei rom è una delle etnie più discriminate in Europa. Nel continente sono circa 12 milioni divisi tra molte nazioni. La loro condizione è spesso difficile. Molti di loro sono fuggiti dai Paesi dell’Est per motivi di razzismo e di povertà, ma fino a oggi, nonostante i numerosi investimenti dell’Unione europea (243 miliardi di euro dal 2014 al 2020), i tentativi di integrazione e di sostegno sono falliti.

In Macedonia la situazione è particolarmente delicata. I rom sono 54mila su una popolazione di poco più di due milioni di abitanti. Di questi 17.000 sono senza lavoro e 14.000 non riescono a soddisfare le proprie necessità primarie. Un altro dato statistico dice che l’85% dei rom usufruisce di sussidi sociali. Le occupazioni più comuni tra i rom sono il piccolo commercio, il riciclaggio di rifiuti, mendicare. Le donne lavorano tradizionalmente nelle pulizie domestiche. Vivono ai margini delle città in zone non raggiunte da strade asfaltate né dai servizi essenziali.

Case e integrazione

Di fronte a questa situazione CELIM, in collaborazione con Rrc (Roma Resource Center) e le autorità locali, ha deciso di lanciare «Favorire l’inclusione dei rom», un progetto abitativo a Vinica, un Comune che si trova nel Nord. Nel quartiere 18 vivono prevalentemente persone di etnia rom: 1.230, secondo il censimento del 2002, 1.700 secondo stime più recenti. Il quartiere copre un’area di 27,46 ettari dei quali, però, solo il 9,2% è stato incluso nell’attuale piano regolatore. Ciò significa che la maggior parte delle abitazioni è abusiva e non gode dei servizi di base: strade asfaltate, corrente elettrica, raccolta dei rifiuti, sistema idrico, servizi igienici e fognature. Ciò determina condizioni di vita precarie per i residenti.

Il progetto ha due scopi fondamentali. Il primo è il risanamento del quartiere attraverso l’inserimento nel piano regolatore della zona, la legalizzazione delle case abusive e la ricostruzione e la ristrutturazione delle abitazioni. Il secondo è la promozione dei diritti umani dei rom: migliorando le loro condizioni di vita, favorendo migliori rapporti con la comunità locale, sostenendo i giovani nella ricerca di un’occupazione. «Questo intervento – osserva Alessandro Salimei, responsabile CELIM per i Balcani – riguarderà tutti i 1.700 abitanti. Come tutti i progetti della nostra organizzazione, anche in questo caso, lavoreremo sempre nel pieno rispetto dell’ambiente. Per la nostra organizzazione la promozione dei diritti umani non è mai disgiunta da un’attenzione a uno sviluppo che sappia essere sostenibile».

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