Gel, mascherine, disinfettanti, gli studenti del Kosovo sono tornati in aula rispettando le regole anti-Covid-19. Durante le lezioni, i ragazzi e le ragazze indossano una visiera protettiva e prima di entrare in classe disinfettano le mani al distributore di gel. Misure precauzionali che servono a contenere la diffusione del virus che nel piccolo Paese balcanico ha colpito tremila persone e ha fatto almeno 55 vittime.

È una buona notizia per la nazione, ma anche per CELIM. Da tre anni, la nostra Ong sta infatti portando avanti un progetto di formazione per contribuire all’incremento dell’occupazione e dell’autoimprenditorialità.

Il Kosovo è un Paese giovane (è nato nel 2008) ma sconta ancora difficili condizioni economiche. Con un PIL pro capite annuo di 3.356 euro e un salario medio di 359 euro al mese, si colloca agli ultimi posti in Europa. Il tasso di disoccupazione è stimato attorno al 35% con un’incidenza elevata sulla popolazione giovanile e forti squilibri tra città e aree rurali e tra uomini e donne.

Il progetto di CELIM scommette sul potenziamento della piattaforma Epic (Employability accelerator and private businesses incubator centre) per trasformarla in un punto di incontro tra i giovani e le aziende. Per raggiungere questo target, si lavora sulla facilità di accesso e di utilizzo, sulla gratuità e sulla creazione di un’applicazione per smartphone e tablet.

«In questi anni – spiegano i responsabili di CELIM –, ci siamo spesi anche per potenziare i laboratori esistenti in una decina di centri professionali, soprattutto quelli che formano figure professionali per il turismo e la contabilità, comparti importanti per il Paese. Si è poi cercato di avviare stage con aziende che operano negli specifici settori. Gli stage possono diventare una porta d’accesso al mondo del lavoro per i giovani».

Il progetto fa leva anche sulla imprenditorialità. «Le microimprese – osservano a CELIM – possono essere un buono strumento per creare lavoro e occupazione. Sostenere queste piccole start-up con fondi ad hoc può favorire la nascita di un tessuto produttivo importante per l’economia nazionale e creare opportunità, soprattutto tra i giovani dai 16 ai 30 anni».

L’obiettivo generale del progetto è quindi quello di aumentare il numero di giovani assunti o startupper. «Il cammino non è semplice – concludono a CELIM -, ma è necessario creare opportunità soprattutto in questo momento nel quale l’economia sta subendo le forti ripercussioni del Covid-19. La riapertura delle scuole comunque sono un piccolo, ma significativo, passo in avanti».

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