In Kenya, CELIM scommette sulle donne. «Milky: l’oro bianco del Kenya» è un progetto che intende promuovere lo sviluppo della filiera del latte nella contea di Kiambu attraverso la creazione di cinque centri lattiero-caseari, la produzione di energia pulita e rinnovabile (attraverso il biogas) e la riforestazione. Per raggiungere questi obiettivi si stanno creando microimprese locali delle quali le donne saranno i pilastri portanti. Alle attività e ai corsi previsti parteciperanno 1.300 donne, tradizionalmente escluse dalle attività imprenditoriali. Si prevedono inoltre attività di empowerment.
Puntare sul protagonismo femminile nel settore agricolo è fondamentale. In Kenya, l’agricoltura è la spina dorsale del sistema economico nazionale contribuendo al 25% del Pil e impiegando il 75% della forza lavoro totale. In questo comparto, le donne svolgono un ruolo fondamentale perché rappresentano tra il 42% e il 65% della manodopera, oltre a svolgere il tradizionale lavoro domestico. Non solo. Secondo la Banca mondiale, è in atto una tendenza crescente verso quella che è stata chiamata la «femminilizzazione» dell’agricoltura.«Tuttavia – spiegano i responsabili CELIM in Kenya – nonostante le donne siano una forza importante in agricoltura e nelle zone rurali, negli anni il loro ruolo è stato colpevolmente ignorato. Per un Paese in via di sviluppo come il Kenya, il settore agricolo ha implicazioni dirette su almeno due aree critiche: il cibo e l’occupazione».
Il progetto prevede non solo una formazione tecnica, ma anche una formazione sull’uguaglianza di genere, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo delle donne, ridurre il gap di genere e favorire il loro inserimento nel settore agricolo.
«Le donne in Kenya necessitano di tutela dei loro diritti, non solo diritti alla salute e alla vita riproduttiva, ma anche diritti politici ed economici – concludono i responsabili CELIM – affinché l’empowerment femminile divenga una realtà concreta è quindi necessario uno sviluppo del potenziale di donne e ragazze attuabile attraverso l’accesso all’istruzione e alla formazione, così come al miglioramento dell’assistenza sanitaria. Mentre alcuni risultati sono stati ottenuti, esistono ancora numerose difficoltà per il raggiungimento dell’empowerment. Noi lavoriamo per porre fine a questo divario».