In Libano vivono e lavorano 250.000 lavoratori e lavoratrici domestiche provenienti da Africa e Asia. La stragrande maggioranza sono donne impegnate nei lavori domestici. Queste persone sono soggette alla kafala, un sistema in base al quale i datori di lavoro si fanno garanti della persona immigrata di fronte allo Stato. Si crea così un rapporto di dipendenza tra il lavoratore e il datore di lavoro. Spesso questo rapporto sfocia in abusi e sfruttamento, lavoro forzato e tratta di esseri umani, senza lasciare vittime reali possibilità di ottenere un risarcimento.

Di fronte a questo fenomeno, CELIM, insieme a Caritas Libano, è scesa in campo con «Donne in trappola», un progetto con vengono fornite accoglienza e assistenza medica, psicologica e legale alle donne, soprattutto etiopi, emigrate in Libano alla ricerca di un futuro migliore e rimaste invece vittime di un sistema di sfruttamento, fino al reintegro nei propri luoghi di origine. L’obiettivo è restituire loro un’esistenza dignitosa.

Un concerto per le lavoratrici etiopi

Domenica 18 ottobre, all’Auditorium Fondazione Cariplo

Per sostenere il progetto, CELIM ha organizzato, domenica 18 ottobre (ore 16) all’Auditorium Fondazione Cariplo a Milano (Largo Mahler) il concerto «Le stagioni del mondo». In programma, musiche di Antonio Vivaldi (Le Quattro Stagioni) e Astor Piazzolla (Las Cuatro Estaciones Porteñas). I proventi saranno destinati al progetto «Donne in trappola».

Per informazioni e prenotazioni: 02 58317810, info@celim.it

Quello della kafala è un vero e proprio dramma. In un rapporto pubblicato nell’aprile 2019 dal titolo «La loro casa è la mia prigione. Sfruttamento dei lavoratori domestici migranti in Libano», Amnesty International ha denunciato violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani da parte dei datori di lavoro. I loro dipendenti hanno segnalato, tra le altre cose, orari di lavoro quotidiani indecenti, mancanza di giorni di ferie, mancato pagamento o riduzione del salario, confisca dei passaporti, gravi restrizioni alla loro libertà di movimento e comunicazione, mancanza di cibo, mancanza di alloggi adeguati, abusi verbali e fisici e rifiuto di cure mediche. Amnesty International ha anche documentato casi estremi di lavoro forzato e tratta di esseri umani.

Di fronte a questa situazione, il ministro del Lavoro di Beirut ha invitato ha organizzato a un gruppo di lavoro incaricato di presentare un disegno di legge di riforma volto a smantellare il sistema kafala. Questo gruppo è stato coordinato dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo). Nel giugno 2019 ha presentato al Ministero del Lavoro un piano d’azione che delinea le riforme necessarie per porre fine al sistema kafala nel breve e medio termine. Tuttavia, l’allora ministro del Lavoro si è dimesso poco dopo l’inizio del movimento di protesta che ha scosso il Libano, prima di adottare le riforme proposte. La successiva crisi politica ed economica hanno fatto passare in secondo piano questo problema umanitario.

 

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